Entro il prossimo 10 settembre gli organi di revisione economico-finanziaria dovranno compilare la tabella Pnrr collegata al questionario della Corte dei conti sul rendiconto 2023, fornendo i dati finanziari al 31/12 dell’anno scorso e l’aggiornamento procedurale al 30/06/2024.
Come sappiamo, in realtà, l’adempimento è in gran parte gravante sugli uffici degli enti, vista l’articolazione e l’eterogeneità delle informazioni necessarie, che come diremo, non sono solamente contabili e finanziarie.
Come si legge nelle istruzioni di compilazione, “Al fine di migliorare il livello di affidabilità dei dati raccolti e di fornire un ausilio ai revisori”, nella sua nuova edizione, essa è stata informatizzata ed inserita nella piattaforma LimeSurvey.
In realtà, qualche dubbio sull’affidabilità del sistema viene perché in molti casi le informazioni precaricate sono assai carenti: in particolare, molti interventi non sono presenti (anche se inseriti nella tabella compilata lo scorso anno), per cui devono essere reinseriti manualmente.
Ma soprattutto non si comprende perché anche questo tipo di monitoraggio non venga gestito attraverso ReGis, cui anche la Corte accede, richiedendo un nuovo (pesante) sforzo agli operatori.
In effetti, la gran parte dei dati sono presenti sul ReGis, per cui basterebbe scaricarseli. Del resto, con il dl 19/2024 è caduto anche l’alibi legato alla ritrosia nell’utilizzo dello strumento, posto che il relativo aggiornamento è stato giustamente imposto con tanto di minaccia di esercizio di poteri sostitutivi e definziamenti.
Forse le uniche informazioni che ReGis non contiene sono quelle contabili: la tabella chiede, infatti, di dettagliare le scritture relative ad ogni Cup, evidenziando i movimenti relativi a impegni, pagamenti, fondo pluriennale vincolato e avanzo.
Ma (ammesso e non concesso che tali dati servano a qualcosa) per questo sarebbe bastato un questionario molto più leggero.
L’impressione è che la sindrome da questionarite si stia sempre più diffondendo.