Tratto da: leautonomie.it

Marcia indietro del Governo, che nel quadro della riforma dell’imposta di soggiorno sembra avere abbandonato l’idea (balzana) di collegare la tariffa non (come fino ad oggi avvenuto) a ciascun soggetto che pernotta nelle strutture, bensì ad un importo in cifra fissa parametrato in base al costo della “camera” in cui avviene il pernottamento.

Tale impostazione avrebbe generato, oltre a enormi problemi applicativi (i comuni a stento sono riusciti ad avere i dati sul numero di pernottamenti, figuriamoci quando ci vorrebbe per avere quelli sui costi delle diverse camere, senza contare che vi sono strutture, come i campeggi ecc, che non propongono camere), anche qualche dubbio sulla natura stessa del prelievo, che avrebbe cessato di essere una tassa di scopo per virare verso un’imposta collegata alla ricchezza.

Restano aperti gli altri due nodi principali, ossia quello della destinazione del gettito e del ruolo dei gestori. Rispetto, a quest’ultimo, come noto attualmente i gestori sono responsabili del pagamento, con diritto di rivalsa sui soggetti passivi, una configurazione che ha dato il “la” (more solito) alla formazione di almeno tre orientamenti differenti rispetto alla questione se essi siano da considerare anche agenti contabili o meno.

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