13/07/2021 – ISTAT, Rapporto annuale 2021: ancora criticità ambientali nei territori

In data 9 luglio alle ore 11.00 a Palazzo Montecitorio, il Presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo ha illustrato il “Rapporto annuale 2021. La situazione del Paese”.

 

Nel 2019, nonostante i progressi dell’ultimo decennio, l’inquinamento atmosferico nelle città italiane, in particolare in quelle più grandi, presenta ancora livelli che comportano rischi per la salute della popolazione. L’85,6% dei 90 comuni capoluogo di provincia che hanno monitorato l’inquinamento da PM2,5 supera il valore di riferimento raccomandato dall’Oms, con significative differenze fra le ripartizioni: 97,8% al Nord, 88,9% al Centro e 63,0% nel Mezzogiorno. Le differenze territoriali si annullano nei 14 capoluoghi metropolitani, tutti sopra il limite di riferimento per il PM2,5. Dieci tra questi superano il limite per il biossido d’azoto (NO2, 40 μg/m3) e 12 eccedono anche l’obiettivo a lungo termine per l’ozono troposferico (O3, al massimo un giorno l’anno oltre i 120 μg/m3).

 

Il potenziamento dei servizi di trasporto pubblico locale (Tpl) è la principale leva per la transizione verso un sistema di mobilità urbana sostenibile. La rete del Tpl su ferro è in crescita ma resta circoscritta a poche città. Nel 2019, il tram è presente in 11 comuni capoluogo, con una rete complessiva di 369,2 km (+8,8% dal 2014) mentre sono sette le città che dispongono di una metropolitana, con una rete complessiva di 191,2 km (+9,4% dal 2014). La flotta di autobus e filobus costituisce oltre il 95% dell’offerta complessiva di Tpl. Nei comuni capoluogo, la quota di mezzi a basse emissioni o conforme allo standard più avanzato (Euro 6) è pari a meno di un terzo, mentre ancora oltre un terzo è in classe Euro 4 o inferiore, con implicazioni negative anche per la qualità complessiva del servizio.

 

Ancora marcate le differenze territoriali nella dotazione di piste ciclabili delle città italiane: nel 2019 oltre il 70% dell’infrastruttura ciclabile è presente nelle città del Nord, dove la densità è di 57,9 km per 100 km2 , quasi quattro volte il valore medio del Centro (15,7) e più di dieci volte quello del Mezzogiorno (5,4). Tuttavia, proprio nel Mezzogiorno si registra la crescita maggiore (+74,7% in termini di estensione dal 2011 a fronte del +32,0% medio nazionale).

Nei capoluoghi, l’estensione complessiva delle aree verdi urbane è di 33,8 m2 per abitante nel 2019 ma scende a 22,5 m2 per abitante considerando le sole aree verdi accessibili alla fruizione dei cittadini. La disponibilità di verde urbano accessibile è più alta nelle città del Nord (24,7 m2 per abitante, contro 22,8 del Mezzogiorno e 18,9 del Centro) e minore nei capoluoghi metropolitani (15,8 contro 30,0 m2 degli altri capoluoghi).

La quota di rifiuti smaltiti in discarica, pari nel 2019 al 20,9%, è ancora molto superiore a quella massima del 10% definita negli obiettivi comunitari, sebbene in riduzione rispetto al passato, grazie alla diffusione del recupero di materia ed energia. Oltre ai divari territoriali in termini di efficienza e capacità impiantistica, emerge una difficoltà specifica delle grandi città.

Rispetto all’obiettivo del 65% di raccolta differenziata che avrebbe dovuto essere conseguito entro il 2012 in ogni ambito territoriale ottimale del territorio nazionale, i risultati sono ancora insufficienti. Nel 2019 la quota di raccolta differenziata è del 61,3% per l’intero Paese e del 52,0% per il sottoinsieme dei comuni capoluogo. La popolazione residente nei capoluoghi che hanno raggiunto l’obiettivo è pari al 24,3% del totale (era il 7,8% nel 2015).

 

Il servizio pubblico di fognatura e quello di depurazione delle acque reflue urbane, entrambi oggetto di interventi del PNRR, presentano ampi margini di riduzione dei divari territoriali esistenti. Nel 2018, erano allacciati alle reti fognarie pubbliche il 94,1% dei residenti del Nord-ovest ma appena l’80,5% dei residenti delle Isole. Carenze si riscontrano anche nel servizio pubblico di depurazione delle acque reflue urbane, non ancora disponibile per circa 18 milioni di abitanti, di cui 1,6 milioni residenti in 339 Comuni completamente privi del servizio e i restanti in Comuni solo parzialmente depurati.

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