04/11/2020 –  La valutazione del lavoro non aiuta lo smart working perchè i sistemi sono da sempre sbagliati

Su NT plus del 3 novembre 2011, Gianni Trovai nell’articolo “Forum Pa, il lavoro agile non cambia la valutazione dei dipendenti” osserva che il lavoro agile non ha fin qui contribuito a modificare i sistemi e gli strumenti di valutazione del lavoro pubblico. Nonostante il lavoro agile renda ancor più indispensabile attivare strumenti di controllo e valutazione efficaci.

L’articolo ricorda l’impegno assunto dall’attuale inquilina di Palazzo Vidoni, che pensa di risolvere il problema introducendo il POLA nell’ambito dei piani della performance.

Peccato che così si continui a guardare il dito invece della luna. La valutazione non funziona per due motivi. 

Il primo: è quasi totalmente assente l’analisi di cosa, come e con quali tempi, quantità e qualità standard si effettuano le attività. Non essendo chiari i compiti, non si valutano le cose fatte, ma le attitudini: “orientamento al cliente”, “capacità di fare proposte”, “rispetto delle direttive”, “capacità di creare un clima collaborativo”. Tutti elementi che con la valutazione dei risultati ottenuti non hanno nulla a che vedere. 

Il secondo: la sterminata serie di consulenti che si sono proposti alle varie PA e anche a Palazzo Vidoni per “vendere” sistemi di valutazione, non hanno la cognizione di cosa, come e con quali tempi, quantità e qualità standard si lavori. E hanno proposto sistemi, purtroppo accettati, che valutano non le cose fatte, ma le attitudini: “orientamento al cliente”, “capacità di fare proposte”, “rispetto delle direttive”, “capacità di creare un clima collaborativo”. 

E non sembra che si capisca che questa strada, seguita da troppo tempo, va completamente abbandonata, per sempre. 

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