30/03/2016 – Anpci: niente Dup per i piccoli comuni

Anpci: niente Dup per i piccoli comuni 

di FRANCESCO CERISANO

Italia Oggi

Martedì, 29 Marzo 2016

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Niente Dup per i mini-enti. Il Documento unico di programmazione è infatti uno strumento «complicato e lontano dalla realtà dei piccoli comuni che ormai non hanno più alcuna autonomia finanziaria per programmare. Sia per la carenza di risorse in generale (ridotte da anni di spending review) sia per la mancanza di risorse autonome, dato che quest’ anno, le entrate proprie, a causa dell’ eliminazione di Imu e Tasi, sono diventate risorse derivate». I piccoli comuni dovrebbero essere anche esonerati dagli obblighi imposti dall’ armonizzazione contabile che «sta comportando la paralisi totale dell’ attività economica e finanziaria dei comuni». E anche il piano delle performance dovrebbe risparmiare i comuni con meno di 15 mila abitanti. Per non parlare poi dei vincoli alle spese per consulenze, pubbliche relazioni, convegni, autovetture, sponsorizzazioni, formazione, manutenzione, acquisto autovetture e acquisto immobili che non dovrebbero applicarsi ai comuni con meno di 15 mila abitanti o, in subordine, a quelli con meno di 5 mila. È molto lunga la lista degli emendamenti che l’ Anpci ha predisposto e inviato, assieme a una lettera, al ministro dell’ interno Angelino Alfano. L’ associazione guidata da Franca Biglio ha chiesto al numero uno del Viminale di confrontarsi con le proposte dell’ Anpci. «Una volta tanto ascolti anche i sindaci di trincea e non solo quelli delle grandi associazioni», è l’ appello di Biglio. Negli emendamenti, l’ Anpci chiede anche l’ allentamento dei vincoli sulla spesa di personale. I piccoli comuni, fa notare l’ Associazione, sono infatti gli unici che hanno i conti in regola su quest’ aspetto: il totale della spesa per il personale rispetto alla spesa corrente dei piccoli comuni è infatti del 34,65%, ben al di sotto del limite massimo del 40% imposto ai comuni dal dl 112/2008. Inoltre, il rapporto tra dipendenti e popolazione è di un lavoratore ogni 120 abitanti. «L’ attuale norma in materia di assunzioni», invece, «favorisce i comuni che hanno generato esuberi», lamenta Biglio. «I piccoli comuni», ha proseguito, «sono in una situazione disperata, possono assumere solo personale cessato l’ anno precedente e sempre a condizione che la spesa per il personale non sia maggiore a quella del 2008». «Ma tale disposizione», conclude Biglio, «è assolutamente impraticabile e rischia di paralizzare l’ attività amministrativa, anche perché la norma, facendo riferimento alla spesa 2008 senza alcuna deroga, rischia seriamente di far chiudere i piccoli comuni». Dalle critiche si passa subito alle proposte, sintetizzate in un elenco di 8 punti che vanno dal libero convenzionamento fra comuni, alla previsione di mansioni multiple nelle dotazioni organiche, dalla deroga al pareggio di competenza per gli enti sotto i 5 mila a incentivi per cittadini e imprese già insediate nei piccoli comuni.

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