29/11/2022 – Ischia e la “paura della firma”

Mentre torna in auge il vieto dibattito sulla “paura della firma” e l’opportunità di eliminare l’abuso d’ufficio, ma in realtà anche altri reati contro la PA, la tragedia di Ischia si ripete, sempre grave, sempre terribile, dopo pochi anni, a ricordarci quanto quel dibattito sulla “paura della firma” sia surreale.

E’, purtroppo, da evidenziare che in casi come le tragedie idrogeologiche – ad ogni autunno pronte a ricordarci dove l’Italia dovrebbe orientare la spesa pubblica (manutenzioni, territorio, abbattimento di abusi, oltre a scuole, sanità, orari dei servizi pubblici, potenziamento dei servizi della PA che non passa solo da ingegneri e geni: servono materialmente centralinisti, uscieri, assistenti sociali, addetti agli asili nido, custodi, addetti alle manutenzioni, addetti ai cantieri, oltre che infermieri, medici, tecnici di laboratorio) – non vi sia mai in alcun amministratore nessuna “paura della firma”.

Al momento, infatti, di firmare condoni o assentire pratiche edilizie suicide, in alvei di fiumi, in costoni di montagne franosi e friabili, sopra fiumi avventatamente intubati, improvvisamente ogni paura passa. E di firme su pratiche edilizie che hanno devastato il territorio da nord a sud se ne mettono da sempre, senza nessun timore, nè per chi firma, nè, soprattutto, per le conseguenze nefaste dell’assentire un consumo del territorio insensato, talmente insensato che ogni anno la natura interviene. A ricordare che una sana paura di firmare atti illegittimi e causa di pericoli certi (solo di là da venire) per l’incolumità pubblica ci vorrebbe, eccome. A confermare che il problema non è la paura della firma, ma l’eccesso di avventatezza nel firmare provvedimenti dannosi. E per evitare che certe firme, certe decisioni e certi provvedimenti non siano presi così, badando solo ad interessi opachi ed inconfessabili.

Ed è del tutto chiaro che, invece, l’eliminazione di una serie di reati contro la PA renderebbe ancor più allegra ed incosciente un’amministrazione, del territorio in particolare, ma non solo, che di incoscienza ne dimostra da tempo già tanta. Troppa.

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