29/11/2016 – P.A. Madia ignorante allo stato puro. Non conosce nemmeno la riforma che lei stessa ha scritto

P.A. Madia ignorante allo stato puro. Non conosce nemmeno la riforma che lei stessa ha scritto

 
 

Agenpress – “Nella intervista al ‘Corriere della Sera’ di oggi, il ministro Madia dimostra di non conoscere, non solo la giurisprudenza della Corte costituzionale, ma nemmeno la riforma che, eppure, ha scritto lei. I dirigenti della sanità, infatti, non sarebbero stati nominati da Zaia sulla base di un elenco nazionale, ma sarebbe stata una Commissione nazionale che avrebbe imposto a Zaia di scegliere da una rosa di tre nomi, dalla stessa Commissione nazionale selezionati”.

Lo dice Renato Brunetta, capogruppo Forza Italia alla Camera dei Deputati.

“All’elenco nazionale inoltre si accede prevalentemente per titoli e non per esperienza professionale, con il rischio che quelli rilasciati da università di serie B a prevalere. Così al Veneto, la cui sanità è un’eccellenza mondiale, si sarebbero potuti imporre dirigenti di regioni altamente inefficienti, con un danno gravissimo alla salute dei cittadini e ai conti pubblici. Altro che meritocrazia!

Va chiarito poi che la riforma Madia, lungi dall’introdurre la licenziabilità (che già esiste), ha al contrario introdotto il licenziamento senza causa, non dovuto cioè a nessun ‘comportamento’ non corretto dei dirigenti. La riforma, infatti, impone la collocazione del dirigente pubblico in disponibilità per il solo fatto del decorso del termine quadriennale del proprio incarico, prescindendo totalmente dalla valutazione anche positiva ricevuta.

Il testo della riforma, infatti, non aveva accolto nessuna delle osservazioni di Consiglio di stato rivolte a mitigare l’immenso spoil system creato dalla riforma, che non esiste in nessuna democrazia occidentale. Se non fosse stata fermata dalla Corte la riforma avrebbe portato alla piena precarizzazione della dirigenza e alla sua totale sottoposizione a qualche sponsor politico, per evitare di languire in disponibilità, fino al licenziamento. Altro che meritocrazia!

Di fronte ad un governo che non ha tenuto in nessuna considerazione pareri di merito molto approfonditi, come quelli del Consiglio di Stato e della migliore dottrina accademica, che erano fondati sui gravissimi difetti della riforma, sulle sue conseguenze di politicizzazione della dirigenza e privazione del suo ruolo, terzo ed imparziale, la sentenza della Consulta si rivela davvero provvidenziale.

Sa, infine, proprio di infantile ricatto, che non si addice davvero a un ministro della Repubblica, la dichiarazione che l’aumento agli statali non può più essere dato se non c’è l’intesa con le regioni. E’ completamente falso. L’intesa con le Regioni e’ richiesta per il personale delle regioni, che loro si pagano, non certo per il personale statale. Dalla Madia ignoranza allo stato puro, arroganza e ricatto. Una miscela esplosiva contro la meritocrazia e solo per il potere”.

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