29/03/2017 – l’articolo di Gomez e l’Unione …

Domenica ho segnalato l’articolo di Gomez comparso sul Fatto ed ho criticato, motivatamente, UNADIS per aver usato i segretari comunali come una sorta di “scudo umano” nella battaglia contro la demagogica normativa in materia di obblighi di pubblicazione della situazione patrimoniale e reddituale dei dirigenti pubblici.

Oggi, UNSCP ci inonda con una insopportabile overdose di retorica che quasi mi fa fraternizzare con quelli di UNADIS.

Andate sui siti del Sindacato e troverete un proclama con frasi come questa: “noi le norme le applichiamo, ce l’abbiamo nel DNA”… manco fossimo superman…. Sembrano battute da certi telefilm yankee. Come quest’altra: “finché la norma è quella noi l’applichiamo e basta”.

No! Non è Stursky. E’ il segretario dei segretari che, se per mesi, anni preferisce tacere quasi su tutto, oggi ha ruggito da par suo. E’ vero che non lo abbiamo sentito così pimpante sulla riforma Madia (anzi! Non lo abbiamo sentito affatto), quando – scusate se è poco- sono andati vicinissimi ad accopparci.

Ma certo, vederlo ora così determinato, perentorio, assertivo, pugnace e coraggioso, ci rassicura non poco. 

E non venitemi a dire che c’è qualcosa di grottesco in questi toni così decisi  e che vi viene di associare a quei proclami scritti la voce stentorea di Guido Notari, quello dell’Istituto Luce, per intenderci.

Non perdetevi neppure il “pezzo” di un altro dei “pezzi da novanta” del “nostro” sindacato. Sì, quello che rivendica di essere il “sindacato storico della categoria”.

In lui la retorica rischia di diventare epopea. Non ci credete? E allora tenetevi questo autentico “peana”: “l’Unione, sindacato composto esclusivamente da Segretari, è a servizio delle Autonomie locali del Paese “nella gioia e nel dolore“”… Capito? “Nella gioia e nel dolore”. Ma è la formula sacramentale che si usa nel rito del matrimonio cattolico!!!!!!!!!

Io, N., accolgo te, N., come mia sposa. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.”.

Sono fantastici quelli di UNSCP. Sfidano Unadis con vero sprezzo del ridicolo!

Pugnaci, coraggiosi, determinati, eroici, enfatici al punto giusto. Così vi vogliamo!

A pensarci bene, così vi avremmo voluto ma non contro la dottoressa Giardina – che ha commesso un errore venale di opportunità ma che ha ben ragione nel merito – bensì contro la ministra Madia e la sua riforma.

Troppo facile spezzare le reni ad Unadis!

Qui non siamo all’espressione di una legittima diversità di vedute.

Qui siamo ad un sindacato che, sotto la veste di voler ergersi a paladino della legalità, si schiera contro un altro sindacato per schierarsi, in realtà, a fianco del potere.

Non mi piace proprio questa strategia, anche se non  sono di UNADIS.

Inquieta poi quel proclama, perentoriamente affermato: “finché la norma è quella noi l’applichiamo e basta”.

No! Lo stato di diritto prevede che anche le norme siano imperfette e che siano contestabili. Nello stato di diritto tutto è “sindacabile” e “giustiziabile”. Anche le norme (anche quelle sulla trasparenza, come ha già opinato il TAR Lazio).

Il rispetto della legalità, se non adeguatamente temperato, può sfociare nel legalismo e dal legalismo si può passare al “summum ius, summa iniuria”, al “fiat lex et pereat mundus” e così via, passo, dopo passo, si rischia di arrivare fino a personaggi come Eichmann, il fedele esecutore della legge.

 

Print Friendly, PDF & Email
Torna in alto