29/03/2016 – il 27 marzo … e i segretari comunali

il 27 marzo

 

E’ Pasqua e gli auguri sono d’obbligo (“must”, per chi è anglofilo).

Ma oggi, oltre che Pasqua, è il 27 marzo. Nessuno, in giro, mi pare abbia voglia di commemorare l’unica iniziativa che 366 giorni or sono cercò di dare voce alle inquietudini della categoria, posta davanti alla più radicale e sciagurata riforma che la potesse interessare.

Di quella giornata ricordo la passione rassegnata (ossimoro voluto) dei tanti che convennero a Roma e l’entusiasmo di qualcuno dei più giovani.

Ricordo Ricciardi che venne a dirci solo che i giochi erano fatti e che era inutile star lì a perder tempo.

Ricordo che c’erano altri che erano lì ma che, in realtà, pensavano alla kermesse-passarella del successivo otto aprile.

A tutti mancò la ragione, non la passione.

E senza ragione, senza strategia, senza consapevolezza intellettuale e sociale non si va da nessuna parte.

Ed, infatti, non siamo andati e non andremo da nessuna parte….

Oggi, la cristianità celebra la resurrezione….

Senza voler indebitamente mischiare sacro e profano, c’è prospettiva di resurrezione per questa categoria?

No! Questa categoria si è fatta trascinare nei meandri bui della storia…. Ha accettato supinamente ogni compromesso ed ogni giravolta.

Era il garante della legalità con la legge 142/90 ed il relativo parere di legittimità.

Subì passivamente la metamorfosi impostale dalla L. 127/97…

Accolse, rassegnata e complice, la giurisprudenza della Corte dei Conti che, all’inizio del nuovo millennio, ibridò definitivamente la figura, a dispetto e contro la ratio della riforma del 1997….

Per i famosi trenta denari (direzioni generali, con le conseguenti laute retribuzioni, ma anche le convenzioni senza limiti e senza decoro ma anche diritti di rogito inseguiti spasmodicamente…) essa continuò a farsi tutto a tutti (ma non nel senso nobile enunciato dall’Apostolo)…

Ha accettato anch’essa una sorta di kenosi…Ma una kenosi senza dignità. Ed ora continua a prendersela (quando non resta soggiogata dai mille, inutili e contradditori adempimenti cui è chiamata) con Renzi, come se la disfatta non fosse il risultato di una storia vissuta in posizione totalmente gregaria e senza alcuna intelligenza di categoria.

Ecco: molti hanno scambiato la furberia, la venale astuzia personale con l’intelligenza della categoria.

Ed ora continuano a lanciare inutili anatemi contro Renzi ed i suoi accoliti, dimostrando una inconsapevolezza che è indice di una grave colpevolezza.

Nella Storia non c’è spazio per la resurrezione. La Resurrezione esiste solo sul piano metastorico della fede e di questa oggi ci interessa.  

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