07/10/2016 – il documento dell’Unione che verrà consegnato agli atti delle Commissioni parlamentari.

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“Ora, dopo una attenta lettura dello schema di Decreto Delegato attuativo della Legge Delega, l’Unione rileva con sorpresa che lo stesso concretizza una disciplina della Dirigenza Pubblica fortemente diversa da quella prefigurata dalla Legge Delega, che fu approvata dal Parlamento, lo ricordiamo, a seguito di un iter estremamente lungo e importante, e che poneva le basi per una riforma che se aveva punti di grande criticità aveva anche punti di equilibrio e prospettive professionali importanti per l’intera Dirigenza e per i Segretari stessi. “

“Ed i Segretari, soppressi ma di fatto trasformati, per lo meno in fase transitoria, in Dirigenti Apicali, sono gli unici a cambiare il datore di lavoro, che prima era nazionale (l’Agenzia dei Segretari, poi negli ultimi anni il Ministero dell’Interno) e ora diventa per ciascuno di essi l’ente dove prestano servizio. L’Unione dei Segretari ha da sempre riconosciuto il sistema delle Autonomie come la casa dei Segretari, è per le Autonomie che lavorano i Segretari, quindi, sia chiaro, il problema non è avere le Autonomie come datore di lavoro, il problema è che non vi sia un Sistema Nazionale della dirigenza nel quale i Segretari entrino assieme agli altri dirigenti. Una riforma che prefigurava un sistema di gestione nazionale dell’intera dirigenza pubblica rischia così di trasformarsi in una riforma che non solo non crea tale sistema nazionale ma cancella l’unico oggi esistente. “

“Non vi è, infatti, alcun riferimento a requisiti professionali specifici correlati alle funzioni tipiche dell’incarico di Dirigente Apicale, sicchè – al di là della fase transitoria in cui ad assicurare che la funzione sia svolta da Dirigenti in possesso della necessaria professionalità è l’obbligo di conferire l’incarico ad un ex Segretario – non si ha la benché minima idea di chi potrà ricoprire l’incarico in seguito, a che condizioni di professionalità, con quali requisiti, in quali enti, nei più piccoli come in quelli di dimensioni medie fino a Roma o Milano. “

“Qual è l’interesse degli Enti Locali? Avere un nuovo sistema che consenta di poter scegliere Dirigenti Apicali preparati, ancora più preparati di quanto assicuri l’attuale sistema dell’Albo dei Segretari, o avere Dirigenti Apicali completamente privi di un sistema di riferimento volto ad assicurarne la professionalità? E’ innegabile che la totale assenza di un sistema di riferimento avrebbe come inevitabile conseguenza il peggioramento, e non il miglioramento, dell’offerta professionale. Che vantaggio avrebbero le Autonomie da una (apparente) maggiore libertà di scelta se essa andrà esercitata su una Dirigenza priva di chiari requisiti di qualificazione? Come si può pensare che si stia rafforzando la dirigenza delle Autonomie se per l’unica figura dirigenziale disciplinata e obbligatoria in tutti gli enti non vi è la minima traccia di un sistema che si occupi di assicurare una capacità professionale adeguata di chi è chiamato a ricoprire l’incarico? La 5 dirigenza locale così sarebbe indebolita, e con questo indebolimento si renderebbero ancora meno autorevoli e forti le stesse Autonomie.”

 

 

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