02/12/2015 – La resa dei conti

La resa dei conti

 

Ebbene sì! Ce ne stiamo accorgendo finalmente? Paga sempre il segretario…

Sì, siamo difronte ad una autentica “tragedia professionale”, senza che nessuno riesca neppure ad immaginare un argine rispetto a questo tracimare di notizie e di fatti che colpiscono e colpiranno sempre più noi e solo noi.

I più dediti agli “affari” sono preoccupati dalla questione dei diritti di rogito… al più da quella della reformatio in peius….

Invece, ormai ci insegue sempre più la cronaca giudiziaria.

La giustizia di ogni ordine (penale, civile e contabile) pare occuparsi di noi con una certa inflessibilità o sembra voler comunque precostituisce le condizioni per colpirci senza remore.

E noi inermi ed inerti parliamo d’altro… dell’anticorruzione e della legalità, senza sapere che nel tritacarne ci finiamo dritti noi.

La “notiziola” rilanciata giorni fa a proposito della collega che chiedeva protezione ad un partito politico ha fatto scandalo per la presunta richiesta di “sponsorizzazione”. Invece, per nulla si è meditato e riflettuto – anzi! Si è deliberatamente sorvolato – sui gravissimi guai giudiziari che inseguono quella stessa collega e che, per come sono messe (malissimo) le cose in questi enti, potrebbero travolgere molti di noi ogni giorno.

Forse, quella richiesta di protezione politica, per “cambiare destinazione”, è la conseguenza di una oggettiva difficoltà lavorativa e non tanto la proterva inclinazione carrieristica.

Quanti colleghi sento che sperano semplicemente di “cambiare aria”…. Tutti quelli che sento, sono d’un modo o dell’altro, esausti, impauriti, sfiniti da una professione che non ha più alcun senso.

Alzi la mano chi non sarebbe disposto ad assoggettarsi al padrinaggio di qualsiasi potente pur di uscire da questa “trappola per topi” che sono diventati questi enti….

Almeno ammettiamole queste pulsioni. Non siamo ipocriti sino al punto da infilare non soltanto la testa ma tutto il corpo sotto la sabbia.

Il caso del demansionamento e della responsabilità “esclusiva” del dirigente che viene rilanciata in questi giorni è solo uno dei tanti che rischiano di investirci, visto che il sistema ci chiede – specie nei comuni medio-piccoli – semplicemente l’impossibile; la mitica quadratura del cerchio.

Siamo chiamati ogni giorno a sfidare l’elementare “principio di non contraddizione”… E già da tempo così ma fino ad oggi, la responsabilità veniva condivisa con gli organi politici che fungevano da ombrello. Oramai, dovrebbe essere chiaro anche agli stolti che quell’ombrello si è chiuso e che tutto rischia di scaricarsi su di noi. Ora non ci resta che mettere insieme – in spregio appunto del principio di non contraddizione – “attuazione dell’indirizzo politico e controllo della legalità dell’azione amministrativa”…. Secondo un disegno assurdo che UNSCP persegue da anni e che da anni ho vanamente denunciato.

Siamo messi come una noce nello schiaccianoci ormai e tutti fanno finta che va bene.

L’importante è fare bisboccia, di tanto in tanto, in qualche corso o darsi arie da dirigenti rampantissimi e competentissimi su tutto.

Così come tutti si compiacciono per il fatto che la collega di Sanremo ci ha salvato l’onore (la “talebana venuta dal sud” scriveva un giornale e tutti, su FB, a compiacersene)…. Ed ora alcuni si sono compiaciuti per il fatto che ANAC, modificando un proprio precedente orientamento, ha detto che sì il segretario comunale può far tutto perché “è super partes”.

Super partes un par di ….. ! Occorrerebbe rispondere. Invece, regna un silenzio surreale, venato addirittura da compiacimento.

Bisognerebbe che i sindacati prendessero la palla al balzo per chiedere chiarimenti e non subire passivamente gli sbalzi di umore di qualche ben remunerato e ben tutelato dirigente di ANAC.

Mesi fa, quando venne approvato il c.d. “emendamento Fabbri” (quello che- insieme al resto – affidava al segretario anche la responsabilità diretta ed esplicita degli uffici) la collega Giardina (a nome di UNADIS) non mancò di manifestare una qualche soddisfazione perché, e lo scrisse anche qui in questo forum, ci veniva riconosciuto un qualche ruolo. Ovviamente dopo le mie obiezioni si è prontamente dileguata e sottratta al confronto…. Così come alla larga da ogni confronto si tengono tutti gli altri, da quelli della parrocchia di UNSCP, ovviamente in testa, ed a tutti gli altri che hanno costituito piccole o grandi parrocchiette… Sino al duo M & M che pochi giorni fa ha sfornato l’ennesimo pastone sulle sacre pagine del Sole 24 Ore, per non dire nulla di nulla sulle nostre insostenibili tribolazioni.

Cara collega Giardina, il “ruolo” che cercavi è servito e, come vedi e come sottolinea il buon A. Bianco, è il solito; pagare per tutto e per tutti, come se i guai e le inefficienze dei questo Paese fossero solo i segretari. E non c’è bisogno neppure della riforma Madia e men che meno dell’emendamento “Fabbri”.

Cara collega D’Este, non è la sezione del Veneto che è particolarmente “cattiva” e “prevenuta”…. è il sistema che ci sta stritolando, appunto come la noce nello schiaccianoci.

Non è la riforma Madia, che semplicemente ratifica e peggiora lo status precedente.

Dove sei ora collega Capalbo? Perché non accetti il confronto sulle questioni che ho sollevato io in risposta al tuo intervento? Di quale “sindacato amministrativo” parli?

Dove sono gli altri che nascondono, talora, dietro le loro celeri carriere quelle meschinerie di cui abbiamo letto in questi giorni?  

Il sistema ci sta collassando addosso. Un collasso che ci vede però vigliaccamente silenti e complici…. Vigliacchi al punto da non voler neppure guardare le cose “oscene” e tristi che ci càpitano; che càpitano al collega del comune vicino.

E così mettiamo in opera (a nostro danno) una gigantesca operazione di rimozione e di mistificazione per subire, senza neppure avere il coraggio di parlarne, queste oscenità…

Ci raccontiamo la storia che siamo i guardiani/ le sentinelle/ i garanti della legalità mentre, in realtà, il sistema legale di questo Paese ci ha messo e ci sta mettendo sempre più nel suo mirino. Cadremo sotto il tiro di quello che molti continuano a ritenere “fuoco amico”!

Non è questa la chiamata ad una mobilitazione che non ci sarà… E’ lo sfogo che sale irrefrenabile dopo una giornata di lavoro ordinario, in cui si sono viste, lette, ascoltate e provate una serie interminabile di autentiche stupidaggini. Le più delle quali le trovo nell’apparato e non nei fatti. Mi costringono a vedere il mondo rovesciato e vogliono convincermi che il mondo si osserva a testa in giù. Finché ne avrò la forza mi rifiuterò e non smetterò di ripetere che il mondo si guarda a testa in su. E’ la rivoluzione dell’ovvio. L’unica possibile oggi.

 

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