Sembra essersi collocata sui 600 milioni l’asticella dell’ulteriore concorso alla finanza pubblica che sarà previsto nella prossima manovra di bilancio.
Non dovrebbe trattarsi di tagli secchi, ma di accantonamenti obbligatori a copertura del disavanzo o da sbloccare per finanziare maggiori investimenti e/o abbattimento del debito in caso di congiuntura positiva.
Il meccanismo è già stato introdotto sul 2024 per le regioni, dall’art. 19 del decreto “omnibus” (dl 113/2024). In realtà, tale norma riguarda solo le regioni in deficit, alle quali impone l’iscrizione di un fondo nella parte corrente del primo esercizio del bilancio di previsione 2024-2026, di un accantonamento di importo pari a quelli indicati nell’allegato VI-bis, fermo restando il rispetto dell’equilibrio di bilancio di parte corrente di cui al dlgs 118/2011.