elezioni, aspettativa retribuita e agenti penitenziari

tratto da corriere,it

 

Solo agenti penitenziari nella lista Carpe diem presentata a Longhena

Il sospetto: conta l’aspettativa retribuita? Voglia di politica Sono una quindicina gli uomini della «PolPen» di Bresciain corsa in vari Comuni

 di PIETRO GORLANI  21

È di certo la lista elettorale più singolare della provincia. È quella presentata da otto agenti di polizia penitenziaria (in forza al carcere di Canton Mombello) nel più piccolo paese della bassa bresciana, Longhena, noto per lo più per la fama culinaria dei prelibati casoncelli. 

L’hanno presentata ieri. E l’hanno battezzata «Longhena Carpe Diem», con riferimento al latino «cogli l’attimo». Uno slogan che sembra riportare freudianamente alla ghiotta urgenza di usufruire – nonostante i duri tempi di spending rewiew – di una legge simbolo di italici vantaggi. È la semi conosciuta «121» del 1981, la quale concede a tutte le forze di polizia – in caso di candidatura – un mese di aspettativa retribuita per esigenze di campagna elettorale. Una legge di certo non nuova per gli addetti al settore. Qualche esempio: nel maggio 2013 nel carcere di Augusta, in Sicilia, si sono candidati una quarantina di agenti aspiranti ad un posto di consigliere comunale. Il record spetta però Castellino del Biferno, 660 abitanti in provincia di Campobasso: su quattro liste ben tre erano formate al 90 per cento da agenti carcerari. Ancora: nel 2007 al supercarcere di Larino, si candidarono ventisei agenti su un totale di 134. 

Per restare nella provincia di Brescia quest’anno sono una quindicina (su un organico di 190) gli agenti di Canton Mombello che si sono candidati in altre liste della provincia o del loro paese d’origine. Tornando a Longhena, né il candidato sindaco Fabrizio Zampa (nato a Roma nel 1970) nè i sette candidati consiglieri sono residenti in paese. Il perché abbiano scelto il piccolo comune lo ipotizza il segretario comunale Antonio Petrina: «Sarà un caso, ma nei paesi sotto i mille abitanti la lista non deve essere accompagnata da nessuna firma, mentre sopra i mille abitanti ne servono almeno venticinque». 

Zampa nel suo programma scrive che la sua candidatura «è stata fortemente voluta da persone residenti in questa piccola e modesta comunità». Sottolinea l’esigenza di eliminare spese superflue e di rappresentanza, di recuperare degli spazi ricreativi e il centro storico, della realizzazione di una pista ciclabile per Mairano e la condivisione della linea wireless del comune con tutti i cittadini. «Cari longhenesi, cogliete l’attimo perché anche se non siamo di questo paese – si legge nel programma – il nostro impegno è garantito, noi siamo al vostro servizio». Caustico il commento del sindaco uscente Dionigi Tortelli: «Se sono mossi solo da senso civico rinuncino all’aspettativa elettorale retribuita». Non meno duro Carlo Plodari, attuale assessore e candidato sindaco dell’altra lista civica in continuità con l’attuale amministrazione: «In un momento in cui si stanno tagliando servizi e si sta riprogrammando la spesa pubblica mi chiedo come sia possibile che sia rimasta una norma simile». 

Se lo chiedeva a maggio 2013 anche il mensile «Polizia penitenziaria», periodico del sindacato Sappe, appellandosi all’allora primo ministro Letta ed ad Anna Maria Cancellieri chiedendo «di cancellare con un colpo di spugna questa norma che permette ad ogni elezione, a centinaia di agenti di polizia penitenziaria, in un momento come questo in cui tutti ci lamentiamo per la carenza di personale, di assentarsi per trenta giorni dal servizio. Che si assentino con il loro congedo e che prendano tre giorni come tutti gli altri impiegati pubblici». Basterebbe cambiare una sola parola alla legge in questione: «senza assegni». 

Pietro Gorlani 

26 aprile 2014 | 11:14

 

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