12/05/2021 – In occasione della beatificazione di Rosario Livatino, il giudice ucciso dalla mafia della Stidda ad Agrigento il 21 settembre 1990 pubblichiamo la sentenza del CGA Reg. Sicilia

 

Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana – sez. giurisdizionale, 15/2/2021 n. 107

La Casa famiglia Livatino e le cose mobili in essa custodita, rivestono un interesse culturale particolarmente importante e a fronte dell’assenza di famil. diretti è dovere dello Stato di cui Livatino è stato un servit. eccez. riconoscerne il valore

E’ legittimo il decreto dell’Assessorato dei beni culturali della Regione siciliana che ha posto il vincolo culturale sulla “Casa famiglia Livatino” e le cose mobili in essa custodita, in quanto rivestono un interesse culturale “particolarmente importante”.

Il valore culturale si identifica nel rimando all’impegno etico e morale del giovane magistrato che, con la normalità della sua vita, ha indicato ai giovani, non solo siciliani, la via del riscatto e della liberazione del predominio mafioso.

“La dimora del giudice Livatino, con i suoi ricordi, scritti autografi, foto ed effetti personali, preservata nel tempo nella sua immobile integrità dai genitori, custodi e artefici degli insegnamenti che costituiscono i capisaldi della figura umana ed istituzionale dell’uomo Livatino, rappresentano oggi la memoria storica su cui incentrare una azione di sensibilizzazione e divulgazione di valori fondanti come il perseguimento della legalità, la ricerca della giustizia, il compimento del proprio dovere, tutti valori che concorrono alla costruzione di una società migliore. Costituisce già un avamposto della lotta per la legalità essendo punto di incontro di molti giovani provenienti da tutta Italia, delle associazioni “Tecnopolis” e “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino” di Canicattì nonché di Libera ed Arci”.

I manoscritti del giudice, anche in seguito alle scelte operate dalla Chiesa (la beatificazione), hanno certamente i requisiti richiesti dal c. 4 dell’art. 10 del Codice: lo scritto autografo di un martire della giustizia e di un beato è certamente raro e di pregio. Il valore storico-simbolico dell’immobile e delle cose conservate è, infatti, ancora maggiore oggi dopo che la Chiesa ha portato a termine il procedimento di beatificazione del giovane giudice.

A fronte dell’assenza di familiari diretti che possano mantenerne viva la memoria, è dovere dello Stato, di cui Livatino è stato un “servitore eccezionale”, riconoscere lo straordinario valore culturale della casa del Giudice ed il suo forte valore simbolico a ricordo di chi ha pagato con la vita la “normale” rettitudine che non si piega alle minacce o alle lusinghe della mafia.

 

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