09/06/2021 – Semplificazioni e Codice contratti, dall’Oice un giudizio in chiaroscuro

Il commento dell’OICE alle modifiche apportate alla disciplina degli appalti pubblici dal Decreto Semplificazioni.

Promosso con riserva. Si può riassumere in questo modo il commento dell’OICE alle disposizioni previste dal Decreto Semplificazione per gli appalti pubblici.

Un commento che si riserva di entrare più nel dettaglio ma che apprezza lo sforzo operato dal Governo per semplificare una materia tanto difficile come quella del Codice dei contratti. “Ogni giudizio definitivo – conferma il Presidente OICE Gabriele Scicolone – va rimandato alla lettura del testo ufficiale che uscirà in gazzetta ma, ad oggi, abbiamo apprezzato lo sforzo del Governo per strutturare meccanismi di governance efficaci e per trovare soluzioni equilibrate sui punti più delicati. Abbiamo notato un forte riferimento alle società “in house” come soggetti di supporto alle amministrazioni; a tale riguardo avremmo preferito un maggiore coraggio nel ricorso esplicito alle professionalità che il mercato mette a disposizione per coordinare interventi così numerosi, e in alcuni casi complessi. C’è qualche apertura, ma si poteva fare di più. Proporremo al Parlamento miglioramenti su questo aspetto affinché le migliori strutture di project management possano supportare al meglio le stazioni appaltanti e mettere a disposizione il know how acquisito in Italia e all’estero”.

Sulle fasi approvative e sulle accelerazioni procedurali “il nostro primo giudizio – continua Scicolone – è molto positivo sia sui poteri sostitutivi e sulla nomina di commissari ad acta in caso di inerzia dei soggetti attuatori, sia sulla commissione Via per il Pnrr. Bene anche la proroga delle norme sui tempi di aggiudicazione delle gare, che forse potevano anche essere ulteriormente ridotti; va però fatta applicare con rigore applicando anche le sanzioni per chi non le rispetta e sui termini abbreviati. Da rivedere la norma sul comitato speciale del Consiglio Superiore”.

Forti dubbi sulle procedure di affidamento e sul ritorno dell’appalto integrato. “Rimaniamo dell’idea – afferma Scicolone – che per velocizzare l’iter di realizzazione delle opere del Pnrr, ricorrere all’appalto integrato sulla base del progetto di fattibilità, non sia la strada giusta; abbiamo già detto due mesi fa che è un errore rinunciare alla centralità del progetto esecutivo, unico elemento in grado di assicurare qualità, contenimento di costi, di varianti e riserve. Già affidare un contratto su un progetto di fattibilità espone la committenza a rischi elevati; sarebbe poi folle chiedere i definitivi in gara. Si possono invece utilizzare altri strumenti che non consegnare “il boccino” alle imprese di costruzioni. Anche su questo faremo delle proposte”.

Dubbi e perplessità sull’aumento della sogli per l’affidamento diretto. “Ci convince poco – conclude Scicolone – l’innalzamento della soglia da 75.000 a 139.000 sia per la riduzione della trasparenza e della concorrenza, visto che parliamo di una fascia di mercato che riguarda circa il 70% dei bandi emessi ogni mese, sia perché l’affidatario non è scelto sulle base di referenze specifiche. Capiamo tutte le esigenze, ma la qualità si misura sul mercato. Siamo convinti e ci auguriamo che in Parlamento si possa intervenire con qualche misura correttiva e ci auguriamo che si possa avviare un dialogo costruttivo con il Mims e con la cabina di regia”.

Print Friendly, PDF & Email
Torna in alto