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Dal momento che esistono due tipi di interessi secondari (strutturali e non strutturali), è possibile identificare due diversi tipi di conflitto di interessi:

  • il conflitto di interessi non strutturalecioè il conflitto tra un interesse primario e un interesse secondario non strutturale dell’Agente;
  • il conflitto di interessi strutturalecioè il conflitto tra un interesse primario e un interesse secondario strutturale dell’Agente.

Queste due tipologie di conflitto di interessi non possono essere gestite allo stesso modo.

L’astensione è una misura efficace per gestire i conflitti di interessi non strutturali. È la scelta migliore (prevista anche dalla normativa), perché gli interessi che corrono sulle relazioni della sfera privata possono essere molto intensi e possono modificare gli equilibri tra gli interessi con esiti imprevedibili. L’astensione ha l’effetto di rimuovere l’Agente pubblico dal processo e di impedirgli di prendere decisioni o intraprendere attività che potrebbero mandare il suo interesse secondario in conflitto o in convergenza con gli altri interessi in gioco.

L’astensione, invece, non è una misura efficace per gestire i conflitti di interessi strutturali. Questi tipi di conflitti, infatti, devono essere gestiti con misure di regolazione degli interessi, che non rimuovono il conflitto, ma riducono la probabilità di un azzardo morale.

Massimo Impegno e la richiesta di informazioni

Potrebbe sembrare strano che esistano dei conflitti di interessi che non richiedano l’astensione dell’Agente pubblico e potrebbe non essere chiaro cosa significhi regolare degli interessi. Ma è così solo perché siamo abituati a vedere solo il conflitto di interessi tipizzato dalla normativa, che è appunto quello che coinvolge interessi secondari non strutturali e non categorizziamo come conflitto di interessi alcune situazioni che si presentano assai frequentemente durante la gestione dei processi di una Pubblica Amministrazione. Situazioni 

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