08/11/2018 – Riscossione Locale, ecco la proposta di riforma dell’ANCI

Riscossione Locale, ecco la proposta di riforma dell’ANCI

Pubblicato da lentepubblica.it il 7 novembre 2018

Riscossione locale, la proposta di riforma dell’Anci. Il documento con le indicazioni è stato redatto durante l’audizione dell’Anci presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Il testo è stato definito al tavolo di confronto attivato al dipartimento delle Finanze del Mef, al quale oltre all’Anci-Ifel hanno partecipato diverse amministrazioni e soggetti interessati: ministero dell’Interno, Agid, agenzia delle Entrate, agenzia delle Entrate-Riscossione, Anacap.

La proposta di riforma

La proposta di riforma dell’associazione prevede la canalizzazione di tutti i versamenti effettuati dai contribuenti (sia spontanei sia da accertamento e riscossione coattiva) sul conto corrente di tesoreria, sui conti correnti postali, a mezzo F24 o attraverso gli strumenti di pagamento elettronici resi disponibili dagli enti impositori.

Prevista comunque una deroga, da stabilire con norma regolamentare dell’ente, per la riscossione in contanti dei diritti sulle pubbliche affissioni, della Tosap mercatale e per le somme di modesta entità.

Un rilevante effetto compensativo potrebbe essere perseguito anche attraverso la riapertura del riaccertamento straordinario dei residui, esigenza comunque già avvertita da molti enti locali a quattro anni dall’entrata in vigore della riforma contabile e a maggior ragione necessaria a seguito delle previsioni contenute nel decreto in commento.

Tributi locali

Quale principale misura di razionalizzazione dei prelievi locali, l’ANCI propone di riunire IMU e Tasi in un unico prelievo, abolendo la Tasi e superando così un sistema dei tributi locali inutilmente articolato in una molteplicità di aliquote sulle medesime basi imponibili, in un quadro di maggiore semplificazione per i contribuenti e per gli uffici comunali, nonché di equivalenza dei gettiti standard, coerenti con quelli già registrati in regime IMU-TASI.

Infine, in materia di TARI si chiede di:

  • estendere anche al biennio 2019-20 la possibilità per i Comuni di adottare i coefficienti di cui all’allegato 1 dello stesso DPR 158/1999, in misura inferiore ai minimi o superiori ai massimi ivi indicati del 50 per cento, al fine evitare cambiamenti troppo marcati del prelievo su talune categorie di utenti;
  • assicurare ai Comuni un più ordinato processo di deliberazione delle tariffe Tari, il cui termine viene fissato al 30 aprile di ciascun anno, anziché collegato alla data di deliberazione del bilancio di previsione. La norma proposta, disgiungendo il termine di approvazione delle tariffe TARI da quello di approvazione del bilancio comunale, concede ai Comuni più tempo per la ricezione dei piani finanziari – la cui tempistica di acquisizione non è nella disponibilità dell’ente locale – e l’aggiornamento ed approvazione delle nuove tariffe TARI;
  • consentire ai soggetti affidatari della gestione del servizio rifiuti di riscuotere il tributo con le medesime modalità dei soggetti privati iscritti all’Albo di cui all’art. 53 del d.Lgs. 446/1997 (ovvero tramite ingiunzione fiscale) a condizione che si tratti di società in house o di aziende controllate da soggetti pubblici.
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In allegato il testo completo del documento di proposte dell’ANCI.

Fonte: Legautonomie

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