07/11/2019 – Concorsi, un ritorno al passato – Scorrimento delle graduatorie per chiamare gli idonei

In risposta al question time alla camera il ministro Dadone preannuncia la retromarcia
Concorsi, un ritorno al passato – Scorrimento delle graduatorie per chiamare gli idonei
di Luigi Oliveri
Spazio allo scorrimento delle graduatorie per chiamare gli idonei. Il ministro per la pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, in una risposta nel corso del question time ieri alla camera dei deputati, ha preannunciato una parziale ma sostanziale marcia indietro sul divieto di avvalersi degli idonei a partire dai bandi pubblicati nel 2019, introdotto per iniziativa del predecessore Giulia Bongiorno.
L’inquilina di Palazzo Vidoni, sollecitata proprio sui problemi creati dalla legge 145/2018 alle amministrazioni pubbliche, private della possibilità di chiamare in servizio gli idonei, ha specificato che «il governo ha introdotto, nel disegno di legge di bilancio, una misura che, senza intervenire ulteriormente in materia di durata di validità delle graduatorie, consente alle amministrazioni di procedere allo scorrimento delle graduatorie approvate nel 2019, per un ulteriore trenta per cento dei posti banditi, superando, pertanto, l’attuale limite numerico e accogliendo in prima battuta le proposte giunte dalle amministrazioni e dalle rappresentanze dei cosiddetti idonei”.
Il blocco allo scorrimento delle graduatorie venne introdotto un anno fa quasi con la legge di bilancio 2018, nell’illusione (poi, come facilmente prevedibile, smentita dai fatti) che entro il 2019 sarebbero entrate in vigore misure di semplificazione e velocizzazione dei concorsi, tali addirittura da consentire l’immediato turn over dei 100.000 dipendenti pubblici che a partire da settembre, anche a causa di «quota 100», hanno iniziato quell’ondata di circa 450.000 pensionamenti che fino al 2022 investirà in pieno la pubblica amministrazione.
Di quelle misure non s’è visto quasi nulla: il concorso unico nazionale, forse non malauguratamente, è rimasto al palo; altre semplificazioni non risultano pervenute, se non la facoltà introdotta per tre anni dalla legge “concretezza” (56/2019) di non far precedere i concorsi dalla mobilità volontaria. Dunque, i dipendenti destinati ad andare in pensione hanno salutato e se ne sono andati, mentre la macchina del turn over fatica moltissimo a partire per sostituirli.
Brandire il feticcio della competenza, predicando l’inopportunità di chiamare gli «idonei», non vincitori dei concorsi ma in grado però di superarne le prove, proprio mentre partiva l’enorme esodo da una p.a. invecchiata e logora non è stata certo un’idea brillante.
L’introduzione della possibilità, preannunciata dal ministro Dadone, di scorrere le graduatorie per almeno il 30% degli idonei consente di rimediare a una scelta azzardata.
Se il disegno di legge di bilancio 2020 conterrà la mossa annunciata nel question time, tuttavia, sarà una sorta di ritorno alla legge Madia.
Il dlgs 75/2017, col suo articolo 6 aveva introdotto nell’articolo 35, comma 3, del dlgs 165/2001 la facoltà, per ciascuna amministrazione, di limitare nel bando il numero degli eventuali idonei in misura non superiore al venti per cento dei posti messi a concorso. Norma improvvidamente cancellata dall’articolo 1, comma 364, della legge 145/2018 e che, stando alle dichiarazioni di Dadone, verrebbe sostanzialmente reintrodotta, anche se pare di capire dalla risposta all’interrogazione la limitazione percentuale agli idonei non sarà facoltativa, ma obbligatoria.
La sfortunata regolamentazione delle graduatorie contenuta nella legge 145/2018 ha, inoltre, scatenato interpretazioni contrastanti nella Corte dei conti in merito alla possibilità per le amministrazioni, specie locali, di scorrere graduatorie di altri enti, sulla base di specifiche convenzioni. Anche in questo caso, il ministro Dadone annuncia l’intenzione di eliminare il grave imbarazzo creato tra le amministrazioni, indicando di voler realizzare un «intervento organico e strutturale volto a superare gli attuali limiti al fine di definire un meccanismo assunzionale più snello e efficace che permetta alle amministrazioni, specialmente quelle di minore entità, di reclutare dipendenti pubblici anche attingendo da graduatorie già approvate e in corso di validità, senza sostenere nuovi oneri finanziari e organizzativi derivanti da nuove attività concorsuali, fermo restando l’obiettivo di individuare il giusto punto di equilibrio tra la durata temporale delle graduatorie e l’utilizzazione numerica delle stesse così da rispondere da un lato alle esigenze delle amministrazioni e dall’altro a quelle dei tanti giovani che guardano alla p.a.». Interventi per rimediare a un anno quasi di stallo, che ha aggravato l’emergenza del turn over nella p.a..

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