Tratto da: leautonomie.it

Nel Piano strutturale di bilancio presentato dal Governo in base alle nuove regole europee di governance economica il paragrafo 3.2. delinea gli scenari possibili della prossima manovra finanziaria sugli enti locali.

Il documento muove da una succinta analisi sulle dinamiche del comparto, da cui si desume come ci sia ben poco da spremere ancora. A legislazione vigente, comuni, province e città metropolitane sono già chiamati a ad assicurare un contributo di circa 3,84 miliardi.

Ciononostante, gli investimenti nell’ultimo quinquennio (2019-2023) hanno fatto registrare sempre variazioni positive, con un picco massimo nel 2023, registrando una crescita, in termini reali, mediamente del 12,1 per cento su base annua, con un contributo del 6,8 per cento alla crescita degli investimenti in termini reali dell’intero comparto pubblico.

Contestualmente, il settore istituzionale delle amministrazioni locali continua a presentare, nel suo complesso, una situazione di bilancio sostanzialmente stabile e un rapporto debito/PIL contenuto.

Il PSB evidenzia anche il contributo delle amministrazioni locali alla dinamica di spesa corrente: i dati di contabilità nazionale relativi ai settori istituzionali della Pubblica Amministrazione mostrano come le spese correnti del comparto nel 2023, ultimo anno disponibile, siano diminuiti del 3,8 per cento in termini reali su base annua.

Questo andamento ha contribuito alla dinamica in diminuzione della spesa corrente in termini reali dell’intero comparto pubblico per circa l’1 per cento.

In questo quadro si inserisce la riforma della governance economica europea, dove il principio dell’equilibrio di bilancio e della sostenibilità del debito delle pubbliche amministrazioni, sanciti a livello costituzionale dagli articoli 81 e 97, dovranno essere declinati in modo tale da garantire il rispetto del vincolo alla crescita della spesa netta.

In primis, tenendo conto del grado di autonomia finanziaria, amministrativa, regolamentare e statutaria degli enti territoriali, sancito a livello costituzionale, e della necessità di assicurare, in ogni caso, gli equilibri di bilancio, resta imprescindibile il rispetto delle seguenti condizioni che, come ricordato, sono già previste dall’ordinamento vigente:

• saldo non negativo tra le entrate finali e le spese finali a livello di comparto;

• saldo non negativo tra le entrate complessive e le spese complessive, ivi inclusi avanzi di amministrazione, le accensioni e i rimborsi di debito e il Fondo pluriennale vincolato, al netto delle entrate accantonate e vincolate, a livello di singolo ente.

L’obbligo del rispetto del saldo in capo a ciascun ente territoriale deve tenere conto, quindi, anche delle entrate accantonate e vincolate nel corso dell’esercizio. Contestualmente, devono essere mantenuti i limiti previsti a legislazione vigente per l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione da parte degli enti in disavanzo.

continua a leggere

Torna in alto