Tratto da: leautonomie.it

La sentenza della Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per la Sardegna, 10.9.2024, n. 145 è utile per far comprendere la corretta gestione ed imputazione delle ore lavorative.

Oggetto della pronuncia è la condanna per danno erariale e di immagine di un dipendente che fraudolentemente timbrava l’ingresso e l’uscita, ma si allontanava dal posto di lavoro per svolgere faccende proprie, senza segnare le uscite nel “cartellino”.

Tra le difese, tutte respinte, proposte dall’interessato, emerge quella della “compensazione” delle ore.

L’accusato, infatti, ha evidenziato di aver svolto ore “in eccesso” nelle stesse giornate nelle quali si è assentato ingiustificatamente, ritenendo di poter appunto compensare in tal modo gli allontanamenti fraudolenti dal servizio.

L’idea della compensabilità è drasticamente esclusa dal collegio, che ha accolto le rilevazioni in merito della procura erariale. La sentenza, quindi, afferma che “non è possibile operare alcuna compensazione tra le due tipologie di orario, senza considerare il fatto che, verosimilmente, l’interessato ha utilizzato le ore in eccesso per ottenere altri istituti contrattuali (retribuzione per straordinari o recupero compensativo)”.

L’idea della “compensazione” delle cosiddette “ore in eccesso” è estremamente diffusa nelle amministrazioni, anche al di là di fatti patologici come quelli oggetto della sentenza.

continua a leggere

Torna in alto