L’abnorme riconoscimento del diritto di accesso de consiglieri a prove, verbali e documenti di concorsi
Ritenere la sussistenza del diritto di accesso dei consiglieri comunali agli atti di un concorso significa per il Consiglio di Stato compiere un inspiegabile passo indietro verso i formalismi eccessivi antecedenti alla sentenza 2089/2021, relativa alla pretesa di accedere ai nominativi dei percettori di contributi pubblici.
Con la sentenza della Sezione V 28/06/2024, n. 5750, il Consiglio di Stato torna incomprensibilmente, e in modo non condivisibile, a configurare l’accesso dei consiglieri come un “diritto tiranno”, connesso sostanzialmente al fatto di rivestire la carica di consigliere e ad una concezione veramente fin troppo lata ed estesa dell’utilità della conoscenza dell’informazione o del documento ai fini dell’esercizio del mandato.
La vicenda è il diniego opposto implicitamente a causa del silenzio serbato da un’amministrazione comunale alla richiesta di alcuni consiglieri di accedere agli atti di tre concorsi, includenti verbali e prove svolte dai candidati risultati vincitori.