Tratto da: Biblus.acca.it

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha emesso una sentenza, la n. 1177/2024, che chiarisce le implicazioni legali relative all’acquisizione al patrimonio comunale di un’opera edilizia abusiva non demolita entro i termini previsti. Quali sono i diritti del proprietario? Di quali strumenti dispone per evitare il sequestro?

All’indomani di una ingiunzione demolitoria da parte del Comune, è importante inoltrare tempestivamente un’istanza di sanatoria.

L’art. 31 del DPR 380/2001 Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali” (commi 2 e 3)  e, in merito al possibile sequestro di un abuso edilizio non demolito in tempo,   prevede che:

2. Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, accertata l’esecuzione di interventi in assenza di permesso, in totale difformità dal medesimo, ovvero con variazioni essenziali, determinate ai sensi dell’articolo 32, ingiunge al proprietario e al responsabile dell’abuso la rimozione o la demolizione, indicando nel provvedimento l’area che viene acquisita di diritto, ai sensi del comma 3.

3. Se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune. L’area acquisita non può comunque essere superiore a dieci volte la complessiva superficie utile abusivamente costruita.

La vicenda riguarda un caso in cui il Comune di una nota località turistica, ricadente in area paesaggistica, aveva ordinato la demolizione di alcuni interventi edilizi abusivi realizzati da privati proprietari di un immobile. Nello specifico, gli interventi abusivi riguardavano:

  • la realizzazione di un bagno interno all’edificio;
  • la realizzazione di due vetrine espositive.

Trascorso il termine di 90 giorni previsto dalla normativa, i proprietari avevano presentato istanza di accertamento di conformità ai sensi dell’art. 36 del D.P.R. 380/2001.

Tuttavia, decorso tale termine senza che i lavori di demolizione fossero stati eseguiti, il Comune aveva proceduto all’acquisizione dell’immobile al proprio patrimonio indisponibile.

I proprietari hanno quindi presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, contestando la legittimità del provvedimento di acquisizione. In particolare, i ricorrenti:

  • sostenevano che l’Amministrazione avrebbe dovuto applicare la procedura di “fiscalizzazione” prevista dall’art. 33 del D.P.R. 380/2001, anziché procedere all’acquisizione;
  • lamentavano l’omessa comunicazione dei motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza di sanatoria, in violazione dell’art. 10-bis della Legge 241/1990.

In definitiva, secondo i proprietari, l’acquisizione al patrimonio comunale avrebbe costituito una reazione sproporzionata, considerata la tipologia degli interventi abusivi, che sarebbero stati di modesta entità e meramente interni all’edificio.

Il Tribunale Amministrativo Regionale, tuttavia, ha respinto il ricorso, ritenendo legittimi i provvedimenti demolitori impugnati. In particolare, i giudici hanno affermato che:

  • il decorso del termine perentorio di 90 giorni comporta l’automatico trasferimento della proprietà dell’opera abusiva al Comune, senza necessità di un atto formale di acquisizione;
  • l’istanza di sanatoria presentata oltre il termine di 90 giorni non ha effetto sospensivo, in quanto il bene risultava già acquisito al patrimonio comunale;
  • le censure di sproporzione e violazione del principio di buona fede sono state ritenute infondate, in quanto l’acquisizione rappresenta la conseguenza legale del mancato rispetto del termine per la demolizione.

In conclusione, la sentenza del TAR Campania ha confermato la legittimità dell’acquisizione al patrimonio pubblico di un’opera abusiva non demolita entro i termini previsti, sottolineando come tale meccanismo sia volto a sanzionare efficacemente gli illeciti edilizi, pur nel rispetto dei diritti dei proprietari.

Tar Campania 1177/2024 – Acquisizione comunale di opera abusiva

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