Un articolo di M. Oliveira
L’economia circolare e le città circolari rappresentano un approccio sostenibile per ridurre l’impatto ambientale, generare prosperità economica favorendo lo sviluppo e il benessere sociale delle aree urbane.
Le amministrazioni locali svolgono un ruolo chiave nell’accelerare l’adozione dell’economia circolare, coinvolgendo diversi attori e puntando su obiettivi chiari che tengano conto degli impatti sociali e comportamentali per migliorare la qualità della vita urbana, contribuendo in modo significativo alla riduzione dei rifiuti, delle emissioni e all’ottimizzazione delle risorse naturali.
Perché parlare di economia circolare?
II principi dell’economia circolare nascono dalla consapevolezza che l’attuale modello economico di sviluppo non è più in grado di sostenere i ritmi produttivi senza danneggiare valori tangibili e intangibili dell’attuale società.
L’economia circolare ha trovato forza e ispirazione anche dal più ampio concetto di Sviluppo Sostenibile promosso da diversi anni dai governi, che intende dare alle future generazioni le stesse possibilità di sviluppo economico, sociale e ambientale di quella attuale.
Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, corredata da una lista di 17 obiettivi e 169 sotto-obiettivi, che riguardano tutte le dimensioni della vita umana e del pianeta e che dovranno essere raggiunti da tutti i paesi del mondo entro il 2030. Il concetto di Sviluppo Sostenibile si evidenzia in tre principali dimensioni: prosperità economica, rispetto e rigenerazione ambientale, e sviluppo e benessere sociale.
Cos’è l’economia circolare?
Il modello circolare trasfoma in un cerchio il sistema lineare “produzione di beni → produzione di scarti” riportando nel ciclo produttivo ciò che fino a oggi è stato etichettato come “scarto” o “rifiuto”, in modo da poterlo riutilizzare o riciclare. L’economia circolare, dunque, progetta l’eliminazione degli sprechi e mira a ridefinire lo sviluppo a beneficio delle persone e del pianeta e comporta un progressivo disaccoppiamento dell’attività economica dal consumo di risorse non rinnovabili. Basato su una transizione verso le fonti energetiche rinnovabili, il modello sostenibile di business circolare costruisce contemporaneamente capitale economico, naturale e sociale.
Inoltre, i principi fondamentali dell’Economia Circolare sono rappresentati dalle sue “R”. All’inizio erano 3: Ridurre ( il consumo di risorse attraverso l’efficienza e l’ottimizzazione dei processi produttivi e dei consumi), Riutilizzare (i prodotti o i materiali esistenti per estenderne il ciclo di vita, riducendo così la necessità di nuove risorse), e Riciclare (i materiali per creare nuovi prodotti o materiali, riducendo l’estrazione di risorse vergini e minimizzando i rifiuti). Le “R”, poi sono passati a 4, aggiungendo Recuperare (materiali o risorse da prodotti o processi esistenti, che altrimenti verrebbero considerati rifiuti). Ancora, sono stati aggiunti altri principi “R”, che oramai sono diventati da 9 a 12. Per esempio: Riparare (prodotti o componenti danneggiati per prolungarne la vita utile), Ridisegnare (i prodotti, processi e sistemi per rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse e facilitare il loro riutilizzo e riciclo), Riflettere (Riconsiderare i modelli di consumo e produzione attuali, promuovendo pratiche più sostenibili e circolari), Rifinanziare (l’economia circolare, investendo in innovazione e iniziative che promuovano la transizione verso un’economia più sostenibile).
Come l’economia circolare può contribuire allo sviluppo sostenibile?
L’economia circolare mira a ridurre l’impatto ambientale stimolando la rigenerazione degli ecosistemi naturali, promuovendo il riutilizzo, il riciclo e la riduzione degli sprechi e allungando il ciclo di vita delle risorse, preservando le risorse, riducendo le emissioni di gas serra e contribuendo alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. In secondo luogo, l’economia circolare può promuovere lo sviluppo sociale attraverso la creazione di reti di partner e stakeholder che condividono gli stessi obiettivi e aumentare la partecipazione delle comunità e dei cittadini nelle decisioni. In terzo luogo, l’economia circolare può ridefinire il sistema economico, attraverso l’adozione di nuovi modelli di business e nuovi strumenti, contribuendo alla sostenibilità, all’innovazione e alla creazione di nuovi posti di lavoro.
A tutto questo si aggiunge la promozione del benessere sociale e la creazione di opportunità economiche grazie a un sistema più sostenibile, equo, e resiliente, in grado di rispondere alle esigenze delle generazioni future.
Alcuni esempi di progetti implementati per le città italiane che hanno intrapreso il cammino verso l’economia circolare
- Bologna: recupero e riciclo dei rifiuti tessili, che ha portato a una riduzione dell’80% dei rifiuti tessili inviati in discarica.
- Torino: recupero e riciclo dei rifiuti di costruzione e demolizione, che ha portato a una riduzione del 50% dei rifiuti di costruzione inviati in discarica.
- Modena: recupero e riciclo dei rifiuti organici delle case e delle imprese, che ha portato a una riduzione del 70% dei rifiuti organici inviati in discarica.
- Pesaro: recupero e riciclo dei rifiuti elettronici, che ha portato a una riduzione del 60% dei rifiuti elettronici inviati in discarica.
- Regione Piemonte: recupero e riciclo dei rifiuti agricoli, che ha portato a una riduzione del 50% dei rifiuti agricoli inviati in discarica.
- Cesena: recupero e riciclo dei rifiuti verdi provenienti da giardini pubblici e parchi, che ha portato a una riduzione del 90% dei rifiuti verdi inviati in discarica.
- Erchie (BR): recupero e riciclo dei rifiuti alimentari delle case e delle imprese, che ha portato a una riduzione del 70% dei rifiuti alimentari inviati in discarica.
- Nova Siri (MT): recupero e riciclo dei rifiuti di plastica delle case e delle imprese, che ha portato a una riduzione del 60% dei rifiuti di plastica inviati in discarica.
- Vibonati (SA): recupero e riciclo dei rifiuti di vetro delle case e delle imprese, che ha portato a una riduzione dell’80% dei rifiuti di vetro inviati in discarica.
- Comuni dell’Appennino Bolognese: recupero e riciclo dei rifiuti di legnodelle case e delle imprese, che ha portato a una riduzione del 70% dei rifiuti di legno inviati in discarica.
Oltre i benefici ambientali, tutti questi progetti hanno creato nuove opportunità di lavoro e contribuito alla crescita