Il meccanismo della sessione aggiuntiva, invece di una procedura ex novo, è pensata per accelerare i tempi, e aprire le porte a chi è risultato idoneo nelle prove scritte e orali del concorso ma superavano il numero delle borse di studio disponibili. La mossa serve a mettere una pezza a un problema, la carenza dei segretari comunali, che comunque rimane ed è strutturale. A spiegarlo è la stessa relazione tecnica ministeriale, dove si legge che nei Comuni piccoli le sedi vacanti sono 1.571. In pratica, circa un Comune su tre è senza segretario. Nel meccanismo del provvedimento si legge anche la causa del deficit di segretari. La sessione aggiuntiva può arrivare a coprire solo l’11% delle sedi vacanti perché in questo modo arriva a coprire tutto il «potenziale assunzionale» dell’Albo.
A determinarlo è ancora la vecchia spending review targata Monti, nello specifico scritta all’articolo 14, comma 6 del decreto legge 95/2012. La norma permette di autorizzare ogni anno assunzioni di segretari per un massimo dell’80% rispetto alle cessazioni dell’anno precedente: in una categoria già in crisi di vocazioni, è ovvio che un turn over di questo tipo finisce per ampliare inevitabilmente i buchi in organico. Con un meccanismo diventato peraltro ormai anacronistico, dopo che per le altre categorie di personale le regole hanno prima autorizzato la sostituzione integrale di chi esce e ora, anche se con qualche incertezza (Quotidiano degli enti locali e della Pa del 13 gennaio), provano a pensionare il concetto stesso di turn over con il decreto attuativo dell’articolo 34 del decreto crescita.
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