tratto da Italia Oggi Sette - 17 Giugno 2019

Il Garante: impronte solo quando servono

Italia Oggi Sette – 17 Giugno 2019
I controlli sono eccessivi. Il doppio regime (registrazioni biometriche e ripresa delle immagini) non rispetta il principio di proporzionalità. Lo ha denunciato più volte il Garante della privacy, numeri alla mano. Agli atti è la memoria del Garante presentata nel corso dei lavori parlamentari, in cui si richiamano le statistiche sui procedimenti disciplinari: stando a queste solo il 10% dei provvedimenti di licenziamento disciplinare adottati nel 2018 derivano da accertamento in flagranza di falsa attestazione della presenza in servizio.
Sono 89, metà dei quali definiti con altro tipo di provvedimento, in alcuni casi anche per mutata contestazione. Secondo il Garante queste cifre non giustificano le rilevazioni biometriche in tutte le pubbliche amministrazioni. Certo è doveroso battere l’ assenteismo e la falsa attestazione della presenza in servizio, ma il Garante si chiede se non sia altrettanto doveroso fare prima ricorso a misure meno limitative e utilizzare i sistemi di rilevazione biometrica, solo in presenza di fattori di rischio specifici. Inoltre, secondo il Garante le misure attuative, di mitigazione dell’ impatto invasivo del doppio controllo, potrebbero non essere sufficienti.
Anche in caso di uso di tecnologie basate su applicazioni e software nella disponibilità del dipendente, sarebbe comunque necessario individuare i soggetti legittimati a trattare i dati rilevati e le puntuali condizioni di utilizzo, nonché le garanzie idonee a evitare accessi abusivi o data breach. Tutto ciò, conclude il Garante, dunque, è necessario, ma potrebbe non bastare a sopperire al deficit di proporzionalità insito nella norma, che introduce sistemi di verifica biometrica dell’ identità e di videosorveglianza degli accessi obbligatori a prescindere da qualsiasi esigenza concreta e specifica.

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