17/02/2016 – riforma burocratica inesistente 

riforma burocratica inesistente 

di DOMENICO CACOPARDO 

Italia Oggi 

Martedì, 16 Febbraio 2016 

Sarebbe irresponsabile nascondercelo: il nemico numero 1 dell’ Italia e di Renzi è l’ apparato burocratico. È la principale ragione di paralisi, di stasi del processo riformista, del distacco tra le istituzioni e il popolo, la gente. Tra gli errori che il tempo rinfaccia sempre più spesso al giovane e inesperto primo ministro va annoverato quello di essersi rivolto per uno dei ministeri più cruciali a una certa Marianna Madia, dalla capacità professionali e politiche ignote, con l’ unico merito di essere una giovane parlamentare per la volontà del suo mentore, Valter Veltroni. Scorrendo i titoli della sua pompata riforma della pubblica Amministrazione, ci si rende subito conto che manca un disegno complessivo, un’ idea di quale Stato (e di quali regioni, di quali comuni) abbia necessità il paese. Vediamoli: sanzioni disciplinari; autorità portuali (da 24 a 15); razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale nei Carabinieri; elenco nazionale dei dirigenti sanitari, cui attingere in tutta Italia; trasparenza; taglio delle società partecipate; servizi pubblici locali (centralità del cittadino nell’ organizzazione e produzione dei servizi pubblici locali di interesse economico generale. L’ erogazione dei servizi pubblici locali è ispirati a principi di efficienza, efficacia nella soddisfazione dei bisogni dei cittadini e applicazione dei costi standard nelle tariffe. Si promuove la concorrenza, la parità di trattamento tra pubblico e privato e adeguati livelli di tutela della qualità degli utenti); codice dell’ amministrazione digitale; segnalazione certificata di inizio attività; semplificazione delle conferenze dei servizi; semplificazione dei procedimenti amministrativi. Classificare queste misure come riforma della pubblica Amministrazione significa essere ignoranti o in mala fede. O essere entrambe le cose. Misure del genere, scontate e ripetitive, potranno modificare, se tutto andrà bene, aspetti marginali del rapporto tra Stato e cittadini e non provocheranno nessun risparmio in termini di costo degli apparati pubblici. Forse qualche piccola riprofilatura per il Corpo forestale, per il quale scommetto che l’ ingresso nei Carabinieri non significherà assorbimento, ma gestione autonoma all’ interno dell’ Arma, vanificandosi così gli eventuali risparmi da assorbimento di uffici personale e progressione di carriere. È questo il limite invalicato da Renzi, forse invalicabile più che per deficienze personali per le difficoltà di operare con un parlamento, figlio di vecchie norme, di vecchi partiti, di vecchi gruppi di potere. Nessuno degli esperti chiamati al capezzale dello Stato ha mai lavorato in una impresa privata (già lo dice la parola esperti). Quando un’ azienda privata deve avviare una nuova linea di un nuovo prodotto, individua le risorse necessarie. Quelle che trova al suo interno sono sottoposte a un processo formativo. Le altre sono ricercate all’ esterno. Si chiama innovazione di processo e di prodotto e per essa negli anni ’80 vennero investiti (dallo Stato) fior di miliardi. Qualcuno avrebbe dovuto spiegare alla gentile signora Madia, digiuna di esperienze lavorative in organizzazioni complesse (come del resto il suo premier), che l’ Italia deve cambiare passo e la sua macchina burocratica deve essere profondamente aggiornata. Lo strumento in uso nelle realtà aziendali è una pianificazione per progetti. Si deve (doveva) procedere alla digitalizzazione della contabilità? Si individuava, quindi, una task force che avrebbe studiato il problema, definito le ipotesi e attuato le decisioni. Da questa task force, sarebbe nata la nuova organizzazione deputata al perseguimento della finalità stabilita: gente nuova e motivata, assunta con contratto di diritto privato, licenziabile. Attraverso un’ attenta definizione dell’ Amministrazione del futuro, quella per progetti e obiettivi, si sarebbe determinata una spietata selezione delle risorse disponibili e mobilitabili. Invece, con i pannicelli caldi della signora Madia non abbiamo niente in mano, solo qualche minuscola nocciolina. Con l’ aggravante che il sistema mediatico del governo dichiara fatta una riforma che non esiste. Mentre contro il governo stanno muovendosi le corazzate, come il Corriere della sera, le armi di cui esso dispone rimangono poche e inefficienti, come dimostrano i deludenti risultati della cosiddetta ripresa. Se ciò che ha messo in campo Renzi non serve o non è abbastanza, il bluff di una narrazione troppo enfatica viene presto in luce e la gente non potrà essere mai contenta di ciò che è stato fatto, ma sarà scontenta di ciò che non è stato fatto ed è stato fatto male. Chi non vede non vuol vedere. Mano a mano che i mesi passano, i sogni di gloria si spengono e la realtà prende il sopravvento. Salvo colpi di coda o il precipitare della situazione internazionale, il destino del governo sembra, oggi, segnato: un lungo deragliamento in fondo al quale incontrerà una seria congiura di palazzo o una sconfitta elettorale.

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