08/11/2016 – Gli enti locali nel progetto di legge di bilancio 2017

Gli enti locali nel progetto di legge di bilancio 2017
 

di Arturo Bianco

Allentamento dei vincoli più rigidi alla gestione delle risorse finanziarie, sostanziale conferma delle disposizioni tributarie, sul versante del lavoro pubblico, aumento delle risorse destinate al finanziamento del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro e ampliamento delle capacità di assunzione di personale da parte delle PA. Sono queste le principali disposizioni per gli enti locali contenute nella proposta di legge di bilancio del 2017. 

Una battuta iniziale: da quest’anno il documento cambia nome diventando legge di bilancio, anzichè legge di stabilità o, come in passato, legge finanziaria. Ma non sembra che vi siano rilevanti elementi di novità

LE NORME PER IL PERSONALE

Un allentamento dei vincoli alle assunzioni e lo stanziamento di risorse aggiuntive per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro del pubblico impiego sono i tratti caratterizzanti le scelte in materia di personale. Si deve subito sottolineare che queste misure accolgono le richieste degli amministratori e dei dipendenti, ma solo in misura parziale.

Tra le altre misure dettate per il personale dipendente delle PA occorre segnalare che si applicano anche ad essi, sia l’anticipo del collocamento in quiescenza, utilizzando l’Ape, sia le altre novità previste dalla proposta di legge in materia pensionistica.

Altra novità è la riduzione dell’aliquota delle ritenute per gli iscritti alla gestione separata Inps, quindi un beneficio che si applica in primo luogo ai collaboratori coordinati e continuativi. È opportuno al riguardo ricordare che, dal prossimo 1 gennaio, entra in vigore il divieto, stabilito dal D.Lgs. n. 81/2015, per le Pubbliche Amministrazioni di conferire nuovi incarichi di questo tipo e prorogare quelli esistenti, mentre la disposizione non produce effetti sui rapporti in essere a tale data, anche se prorogati dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo.

Cominciamo con lo stanziamento di nuove risorse per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Tali risorse si aggiungono ai 300 milioni di euro già previsti dalla legge di stabilità del 2016. Con le risorse già destinate si poteva garantire un aumento medio dello 0,4% del monte salari; con le nuove risorse si può stimare, un incremento medio di poco meno del 2% nel 2017 e di un ulteriore 0,5% nel 2018.

Nelle regioni e negli enti locali gli ampliamenti delle capacità assunzionali sono decisi in modo selettivo: non riguardano tutte le amministrazioni, ma per le assunzioni a tempo indeterminato solamente ai comuni che rispettano i vincoli del pareggio di bilancio, che lasciano spazi finanziari non utilizzati inferiori allo 1% e che hanno un rapporto tra dipendenti e popolazione inferiore a quello previsto per gli enti dissestati. Per tali amministrazioni viene deciso l’innalzamento delle capacità assunzionali a tempo indeterminato al 75% della spesa dei cessati nell’anno precedente. In pratica viene estesa a tutti i comuni la disposizione che la legge di stabilità aveva previsto per i comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti.

Un altro allentamento è dettato per le assunzioni flessibili delle regioni e delle città metropolitane: il tetto di spesa viene aumentato dal 50% al 60% della spesa sostenuta nel 2009 per le assunzioni flessibili. 

Di grande rilievo è inoltre la disposizione che viene dettata per le amministrazioni locali che non rispettano i vincoli del pareggio di bilancio. Da un lato viene confermato il divieto di effettuare assunzioni di personale sia a tempo indeterminato che determinato, ma dall’altro vengono sottratti a tale divieto le assunzioni a tempo determinato con durata fino al 31 dicembre dell’anno in cui sono effettuate per il personale da destinare a protezione civile, polizia locale, istruzione pubblica e servizi sociali.

LE DISPOSIZIONI FINANZIARIE

Le disposizioni finanziarie sono dettate essenzialmente negli articoli dal 63 in poi. Viene previsto un fondo a favore degli enti locali: la condizione per potere accedervi è che gli enti abbiano un saldo positivo del pareggio di bilancio, per cui la disposizione non determina un incremento dell’indebitamento statale.

Rimane invariata la misura delle decurtazioni sulle risorse delle singole amministrazioni, ma vengono modificati i criteri di applicazione. Sono modificati i criteri di ripartizione del fondo di solidarietà. 

Il termine di approvazione dei bilanci preventivi del 2017 è spostato dal 31 dicembre del 2016 al 28 febbraio del 2017. Vengono significativamente modificate le disposizioni sulle informazioni finanziarie che le singole amministrazioni locali devono trasmettere alla Ragioneria Generale dello Stato.

Agli enti locali, come alle regioni, si applica il vincolo dell’equilibrio tra le entrate e le spese di bilancio, con particolare riferimento a quelle espresse in termini di competenza. In tale ambito sono dettate le regole per calcolare il saldo di riferimento per il pareggio di bilancio. Dal 2017 in tale calcolo occorre inserire anche il saldo tra il fondo pluriennale vincolato, di entrata e di spesa, al netto della quota rinveniente dal ricorso all’indebitamento. Viene garantito di non mandare in economia le risorse del fondo pluriennale vincolato del 2015 che sono state accantonate per garantire la copertura anche se tali somme non sono state ancora impegnate e viene consentito di accantonarle nel fondo pluriennale di spesa del 2016. 

Ai fini dell’indebitamento netto e del fabbisogno queste somme sono considerate nell’ambito delle valutazioni che riguardano la inclusione del Fondo pluriennale vincolato che non rinvengono da debito tra le entrate finale.

Vengono modificate le regole di monitoraggio e di controllo, che viene effettuato anche successivamente, nonché le sanzioni da irrogare alle amministrazioni inadempienti rispetto ai vincoli del pareggio di bilancio.

Agli enti locali sono destinati spazi finanziari nell’ambito dei patti di solidarietà nazionali.

Alle regioni per gli anni dal 2017 al 2019 sono assegnati spazi finanziari per 500 milioni di euro all’anno.

Continua anche per il 2017 ad essere bloccata la possibilità per i comuni e le regioni di aumentare le aliquote dei propri tributi, delle addizionali e delle compartecipazioni.

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