tratto da federalismi.it - Autore Martina Cardone

Abstract (It): Il rating di impresa è un indice di misurazione della reputazione delle imprese che partecipano alle gare pubbliche. La ratio sottesa a tale istituto è quella di promuovere l’efficienza nel nostro ordinamento e di far sì che le imprese siano le prime ad assicurare il rapporto di fiducia con le stazioni appaltanti. La finalità del rating di impresa, diversamente da quello di legalità, è dunque quella di instaurare un sistema di filtraggio delle imprese volto a garantire la sicurezza nel mercato, tenendo conto nella fase di aggiudicazione non solo dei requisiti economici validi e conformi all’oggetto del contratto, ma anche della “reputazione” dell’impresa in base ai precedenti appalti eseguiti. Il fondamento legislativo è rinvenibile nell’art. 83, comma 10, d.lgs. 50/2016, modificato dal d.lgs. 56/2017 e da ultimo dal d.l. 124/2019, convertito con modifiche dalla Legge 19 dicembre 2019, n. 157. Le diverse modifiche apportate alla disciplina di tale istituto, tuttavia, sono state una chiara conseguenza delle difficoltà applicative riscontrate anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione. Il presente contributo, pertanto, sollevando alcune criticità che interessano l’istituto in esame, cerca di esaminare se e in che misura possa trovare applicazione lo strumento reputazionale senza ledere il diritto alla concorrenza, nel rispetto della natura premiale dell’istituto stesso.

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