tratto da lavoripubblici.it
Equo compenso, la Regione Lazio apre al riconoscimento per le prestazioni professionali
05/02/2020
Il Lazio si aggiunge all’elenco di Regioni “virtuose” per quel che riguarda l’equo compenso e il pagamento delle prestazioni professionali.
La giunta regionale del Lazio, nella seduta del 28 gennaio 2020, ha, infatti, approvato un provvedimento (delibera n. 22 del 28 gennaio 2020) recante “Indirizzi in materia di equo compenso per l’acquisizione delle prestazioni professionali. Legge regionale 12 aprile 2019, n. 6 «Disposizioni in materia di equo compenso e di tutela delle prestazioni professionali»“.
L’equo compenso e l’inderogabilità dei parametri ministeriali
Il nuovo provvedimento prevede l’inderogabilità dei parametri ministeriali per i compensi professionali e il divieto di clausole vessatorie. Entrando nel dettaglio, la nuova delibera impartisce agli uffici regionali, agli enti strumentali e alle società controllate della Regione Lazio, i seguenti indirizzi in materia di acquisizione di servizi professionali:
  • negli atti relativi alle procedure di affidamento, gli importi dei compensi professionali, da utilizzare quale criterio o base di riferimento per individuare il prezzo a base di gara, devono essere determinati sulla base dei parametri stabiliti dai decreti ministeriali adottati per le specifiche professionalità;
  • negli avvisi pubblici relativi alle procedure di affidamento di cui alla lettera precedente, devono essere utilizzate formule che scoraggino i ribassi eccessivi. Il compenso finale dovrà essere conforme ai già menzionati parametri;
  • nell’impostazione degli atti delle procedure di affidamento, i compensi professionali dovuti a coloro che svolgono professioni ordinistiche per le quali non sono stati individuati specifici parametri per la determinazione dei compensi e a coloro che svolgono professioni non organizzate disciplinate dalla Legge n. 4/2013 devono essere proporzionati alla quantità, alla qualità e al contenuto delle caratteristiche delle prestazioni, tenendo conto, ove possibile, di omologhe attività svolte da altre categorie professionali;
  • nella predisposizione del contratto di incarico professionale, fatta salva la previsione di cui all’art. 5 della L.R. n. 6/2019, non devono essere inserite clausole “vessatorie”, come configurate dall’art. 13 bis della legge 31 dicembre 2012, n.247 e in particolare le clausole che consistono:
    • nella riserva per l’Amministrazione della facoltà di modificare unilateralmente le condizioni del contratto;
    • nell’attribuzione all’Amministrazione della facoltà di rifiutare la stipulazione in forma scritta degli elementi essenziali del contratto;
    • nell’attribuzione all’Amministrazione della facoltà di pretendere prestazioni aggiuntive che il professionista deve eseguire a titolo gratuito;
    • nella previsione di clausole che impongono al professionista l’anticipazione di spese ovvero la rinuncia al rimborso delle spese direttamente connesse alla prestazione dell’attività professionale oggetto del contratto;
    • nella previsione di termini di pagamento superiori a sessanta giorni dalla data di ricevimento da parte del cliente della fattura o di una richiesta di pagamento di contenuto equivalente;
    • nella previsione che, in ipotesi di nuovo contratto sostitutivo di altro precedentemente stipulato con il medesimo cliente, la nuova disciplina sui compensi si applichi, se comporta compensi inferiori a quelli previsti nel precedente contratto, anche agli incarichi pendenti o, comunque, non ancora definiti o fatturati;
    • nella previsione che il compenso pattuito per l’assistenza e la consulenza in materia contrattuale spetti soltanto in caso di sottoscrizione del contratto;
  • nella specifica ipotesi di predisposizione del contratto di incarico professionale con un avvocato del libero foro, sono da considerarsi vessatorie le clausole che consistono nella previsione che, in ipotesi di liquidazione delle spese di lite in favore del cliente, all’avvocato sia riconosciuto solo il minore importo previsto nella convenzione, anche nel caso in cui le spese liquidate siano state interamente o parzialmente corrisposte o recuperate dalla parte.
 
Il Commento di Confprofessioni
Tutti i professionisti del Lazio possono tirare un respiro di sollievo – commenta il presidente di Confprofessioni LazioAndrea Dili – La delibera approvata dalla Regione Lazio è rivoluzionaria, perché impone a tutte le strutture regionali l’inderogabilità dei parametri ministeriali per i compensi professionali e vieta l’utilizzo di clausole vessatorie nei bandi. Per questo ringraziamo la Giunta regionale e l’On. Eleonora Mattia, promotrice della legge che ha consentito tale passaggio“.
La delibera – conclude il Presidente Dili – spalanca le porte a un intervento legislativo che anche a livello nazionale riconosca il valore sociale ed economico delle prestazioni professionali ed il diritto a un’equa remunerazione, adottando i parametri ministeriali già in vigore e individuando analoghi criteri per definire le prestazioni non ancora contemplate dai parametri. Ci auguriamo, pertanto, che anche in sede di esame del decreto Milleproroghe Governo e Parlamento si facciano promotori di iniziative in tal senso“.
 
Il commento di Fondazione Inarcassa
Fondazione Inarcassa accoglie con grande soddisfazione il provvedimento e ringrazia la Giunta regionale e l’On. Eleonora Mattia per essere intervenuti ancora una volta a tutela dei professionisti. Non possiamo che guardare con favore ad una misura che impone di determinare i compensi professionali sulla base dei parametri stabiliti dai decreti ministeriali. Ma non solo. Questa delibera fa un ulteriore passo in avanti imponendo l’utilizzo alle amministrazioni regionali di formule che scoraggino i ribassi eccessivi e vietando ogni tipo di clausola vessatoria”.
Queste le parole del Presidente di Fondazione InarcassaEgidio Comodo, che ha aggiunto: “La delibera si inserisce nel solco già tracciato da molte altre regioni, il cui sforzo tuttavia, sebbene considerevole, non è più sufficiente: serve al più presto una legge nazionale, obiettivo al quale la Fondazione sta lavorando da molto tempo. Per questo motivo, con i Senatori Lomuti e Santillo (M5S), che abbiamo incontrato pochi giorni fa al Senato, e che ringrazio, è stata ribadita la necessità per i liberi professionisti di una legge che sia garanzia di dignità lavorativa e che individui una soglia minima al di sotto della quale il compenso non sia più “equo” e che non consenta prestazioni gratuite o sottopagate”.
 
Il commento dell’Ordine degli Ingegneri di Roma: “Niente più prestazioni aggiuntive da parte del professionista a titolo gratuito”
Sull’approvazione della delibera n. 22 del 28 gennaio 2020 della Giunta Regionale del Lazio è intervenuto l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma che ha fornito un grande contributo all’iter legislativo ceh ha, di fatto, previsto che:
  • i compensi professionali per chi svolge una consulenza per gli Enti Regionali, le strutture partecipate e controllate dalla Regione Lazio, saranno calcolati in base ai parametri ministeriali in materia;
  • allo scopo di verificare il pagamento per la prestazione professionale, l’attestazione dello stesso da parte dell’amministrazione deve avvenire con ricezione della copia della fattura elettronica o con il modello di dichiarazione sostituiva di atto di notorietà redatto da parte del professionista ai sensi del d.p.r. n. 445/2000 (il modello è stato allegato alla delibera).
I compensi dei professionisti saranno conteggiati in base alle tabelle ministeriali e, in ogni caso, calibrati sulla qualità e sulla quantità della prestazione svolta. Importante è anche l’estinzione di alcune clausole altamente vessatorie come:
  • la possibilità di modificare il contratto in modo unilaterale da parte della Regione;
  • il rifiuto da parte dell’Amministrazione di mettere in forma scritta gli accordi pattuiti;
  • il pretendere da parte dell’Amministrazione prestazioni aggiuntive da parte del professionista a titolo gratuito.
Abbiamo raggiunto un importantissimo risultato nel Lazio – ha commentato Carla Cappiello, Presidente degli Ingegneri di Roma – per cui ringrazio l’On. Mattia, che da sempre ha tenuto in grande considerazione il parere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma in questo processo legislativo, che segna un cambio di passo per il mondo delle professioni. L’auspicio ora è che anche il Governo Centrale segua la scia della Regione già con il prossimo Mille Proroghe“.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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