spoil system – la posizione di 5stelle

 

Nel tanto rullare di tamburi sui malanni della burocrazia, ivi compreso quello provocato attraverso la penna di Antonio Armellini, vogliamo ricordare che le forze presenti in Parlamento non sono un unicum. Sul tema dello spoils system non è stato sentito il MoVimento 5 Stelle.

Il ragionamento dell’opinionista criticava l’attuale sistema di spoils system all’italiana, mettendone in luce limiti e difetti. Un sistema che proprio non va e che si trasforma nella “spartizione delle spoglie”, con scene degne degli antichi mercati boari.

Così come non può non essere condiviso il convincimento di un totaletravisamento dell’esempio americano che, per la sua specificità, non può essere replicato in altri Paesi se non per operazioni che vanno nella direzione opposta rispetto a quella di garantire l’indipendenza dell’amministrazione dalla politica.

Noi ci crediamo a tal punto da aver presentato quest’argomento una proposta di legge (numero 2363, “Modifiche all’articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165) che prevede la “soppressione della facoltà di conferimento di incarichi di funzioni dirigenziali a soggetti estranei alle pubbliche amministrazioni”. Si tratta di un documento che è attualmente in discussione sulla piattaforma “lex” che permette ai cittadini di intervenire per suggerire modifiche.

Questa proposta è stata presentata il 9 maggio scorso e porta le firme di molti deputati del MoVimento 5 stelle. Quindi, quando Armellini scrive che “è curioso che nessuno abbia dato un’occhiata più da vicino alla singolare anomalia rappresentata dallo spoils system all’italiana”, possiamo rispondere non solo abbiamo “guardato dentro” e proposto soluzioni.

L’abolizione dello spoils system all’italiana, attraverso il quale il ministro di turno si assicura che l’alta dirigenza sia ricoperta da paggi, famigliari o, quantomeno, da funzionari grati per la fiducia accordata, è quanto di più distante dall’indipendenza dell’amministrazione alla politica. Se si è d’accordo per superare questo sistema, si vada oltre le differenze delle varie forze politiche e ci si concentri sulla difesa di quello che è un principio enunciato nella Costituzione: “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”. E il fatto che la Costituzione ammetta forme di assunzioni estranee ai concorsi pubblici non dovrebbe affatto consentire che questo tipo di possibilità venga utilizzata a cuor leggero o quantomeno “normalizzata” per l’alta dirigenza.

Si lavori assieme per il superamento di questo assetto e avremo contribuito alla modernizzazione del sistema burocratico molto più di quanto sia lecito aspettarsi da qualsiasi disegno per la mobilità obbligatoria o per la l’amovibilità del dipendente pubblico.

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