Tratto da: ANAC
Se un’amministrazione comunale interviene a tutela della sicurezza pubblica con opere di manutenzione straordinaria su proprietà private per inazione dei privati stessi, deve attivarsi anche per recuperare le somme spese. Se non lo fa, contravviene alla giurisprudenza, con possibili risvolti di carattere erariale.
E’ quanto ribadito da Anac con la delibera n. 64 del 7 febbraio 2024, al termine di un’istruttoria nei confronti del Comune di Amalfi, sulla costiera salernitana. L’Autorità ha sollevato varie criticità nei confronti dell’Amministrazione, e tra queste anche quella di non essersi attivata “al recupero delle spese da sostenere per l’esecuzione dei lavori”.
La risposta dell’Amministrazione
Il Comune di Amalfi, infatti, ha deliberato lavori per un importo complessivo di 5 milioni e 226.000 euro, finanziati con fondi regionali, per consolidare il costone Gaudio della penisola sorrentina, in frazione Pogerola, costituito da falesie raccordate a terrazzamenti in parte antropizzati, con sottostanti residenze, strutture ricettive, viabilità, attività agricole.
L’Amministrazione comunale ha specificato che “l’intervento sostitutivo finalizzato alla tutela della sicurezza è l’unico strumento possibile per evitare, in assenza di interventi di mitigazione del rischio, lo sgombero coatto da persone o cose delle aree esposte in un’area fortemente antropizzata, anche alla luce dell’enorme attrattività turistica di caratura mondiale”.
La Giurisprudenza
Ora, di fronte all’esigenza di fronteggiare il pericolo derivante da un movimento franoso, riguardante proprietà private, con minaccia di incolumità pubblica e privata, il Consiglio di Stato ha ritenuto legittimo l’operato di un’Amministrazione che, dopo aver ordinato ai proprietari di un’area di iniziare lavori di consolidamento dei versanti di rispettiva proprietà per la tutela della privata e pubblica incolumità, interviene direttamente “vista la perdurante urgenza e la necessità che i lavori intimati alle proprietà venissero svolti in forma coordinata e da un unico soggetto per l’intero fronte d’intervento”. In sostanza, per il Consiglio di Stato va bene se il Comune decide di realizzare immediatamente esso stesso le opere di eliminazione dello stato di pericolo, in sostituzione del soggetto tenuto e anticipandone la relativa spesa, posta a carico del soggetto tenuto, ad intervenire. Però deve anche procedere al recupero delle spese da parte dei privati.
Le conclusioni dell’Autorità
“Al momento – scrive Anac -, da quanto acquisito in atti e procedimenti amministrativi posti in essere dall’Amministrazione di Amalfi, non risultano azioni finalizzate al recupero delle spese da sostenere per l’esecuzione dei lavori. Di fatto, però, l’intera operazione consiste nell’esecuzione di interventi di consolidamento eseguiti dall’Ente pubblico, ordinati a più riprese in passato a carico di soggetti privati e da questi nella maggior parte dei casi mai eseguiti”. Di qui l’intervento di Anac nelle sedi competenti.
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