riforma P.A. – staff con stipendi da dirigenti

da ItaliaOggi.it

26/06/2014

 

Staff con stipendi da dirigenti

Di Francesco Cerisano e Luigi Oliveri

 

Sindaci e assessori potranno riconoscere ai componenti del proprio staff il trattamento economico da dirigenti senza tenere conto del titolo di studio dei collaboratori. Con una modifica ad hoc all’art.90 del  Testo unico degli enti locali, il testo definitivo del decreto legge di riforma della p.a. (n.90/2014) fa un bel regalo ai comuni che in questi anni hanno largheggiato nel dispensare stipendi troppo lauti ai propri collaboratori, a tal punto da finire nel mirino della Corte dei conti per danno erariale. La modifica, introdotta in silenzio, negli 11 giorni intercorsi tra il varo del decreto da parte del consiglio dei ministri e la sua pubblicazione in G.U., ribalta tutto perché, seppur «a contrario» legittima le scelte dei sindaci troppo «generosi» verso i componenti degli uffici di supporto. Nel prevedere, infatti, che agli staff di sindaci e assessori è fatto divieto «di effettuazione di attività gestionale» (un divieto, a dire il vero, abbastanza pleonastico visto che, se gli addetti alle segreterie personali disponessero della benchè minima possibilità di svolgere funzioni gestionali si violerebbe il principio di separazione delle funzioni politico-amministrative da quelle dirigenziali) si stabilisce che il divieto opera «anche nel caso in cui nel contratto individuale di lavoro, il trattamento economico, prescindendo dal possesso del titolo di studio, è parametrato a quello dirigenziale». Appare evidente che, una volta che il Tuel ammetta, sia pure a contrario, che i dipendenti degli staff possono ricevere una remunerazione come fossero dirigenti, sebbene privi del titolo di studio, le probabilità per i politici locali di finire sotto processo per danno erariale si riducono al lumicino.

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