Tratto da ipsoa.it
Il profilo vincente di un’organizzazione dipende da azioni concrete, non solo da buoni rapporti tra manager e personale. Centrali sono quattro pratiche da diffondere a tutti i livelli lavorativi, con un ruolo cruciale dei manager nel garantire e gestire la loro adozione e correzione. Le quattro azioni chiave sono: accrescere la responsabilità individuale dei lavoratori, sviluppare una strategia condivisa per migliorare le performance, definire chiaramente ruoli e responsabilità e raccogliere informazioni sulle organizzazioni concorrenti per adottare le migliori misure. Queste pratiche, che assicurano la salute organizzativa a lungo termine, saranno spiegate nell’articolo seguente.

Fa ancora la differenza la salute organizzativa nei luoghi di lavoro? Certamente.

Naturalmente, non si tratta di un concetto nuovo, ma il contesto aziendale è cambiato notevolmente in questi anni e ciò rende la salute organizzativa ancora più rilevante soprattutto perché mantiene intatta la sua capacità di predire le prestazioni a lungo termine e di incidere profondamente sulle performance dell’organizzazione a tutti i livelli.

Al giorno d’oggi ci si concentra molto sulla costruzione della resilienza, sulla produttività e sulle nuove preferenze di come i dipendenti vogliono lavorare e interagire con i loro datori di lavoro.

Ma gli ultimi studi sono molto chiari al riguardo: la salute organizzativa non solo è correlata alle prestazioni a lungo termine, ma è anche causale tanto da determinare il successo di una organizzazione ma anche il rovescio della medaglia.

Nell’articolo che segue daremo dei suggerimenti pratici per consolidare la salute organizzativa.

Esistono infatti quattro comportamenti fondamentali, quelli che possiamo definire “pratiche ad elevato impatto”, che possono avere effetti sproporzionati sulla performance organizzativa e la cui assenza può creare un freno significativo alle organizzazioni:

1 – chiarezza strategica
2 – chiarezza di ruolo
3 – titolarità personale
4 – intuizioni competitive.

La nuova centralità indiscussa della salute organizzativa, i pro e i contro

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