un articolo di Luciano Catania tratto da leggioggi.it

4 DICEMBRE 2014, 15:43

Province: commissariata la democrazia

L’Assemblea Regionale Siciliana, con l’approvazione della l.r. n. 26/2014, ha prorogato fino al 7 aprile 2014 la possibilità di nominare i Commissari straordinari nei Liberi Consorzi (già Province regionali). Le istituzioni di area vasta matureranno, quindi, ben due anni di commissariamento. La legge prevede anche una nuova causa d’inconferibilità dell’incarico: le nomine di commissario straordinario non potranno essere conferite, a pena di nullità, a soggetti titolari di altri incarichi assegnati dall’Amministrazione regionale.

 

 

Dovevano abolire le Province, in effetti, hanno solo sospeso la democrazia. Con l’ennesima legge, la l.r. n. 26/2014, in materia di architettura istituzionale approvata dall’Assemblea Regionale Siciliana, i commissariamenti dell’istituzione di area vasta sono stati ulteriormente prorogati e raggiungeranno i due anni.

Un periodo lunghissimo nel quale i Liberi Consorzi di comuni, nominalmente subentrati alle Province regionali, sono stati gestiti non già da candidati democraticamente eletti (in questa sede non importa se con consultazioni di primo o secondo grado) ma da soggetti nominati dal Presidente della Regione.

Era il 3 marzo 2013, quando il governatore, Rosario Crocetta, annunciò in televisione, all’Arena di Massimo Giletti: “A partire da domani aboliremo le Province, saremo la prima Regione a tagliarle”.

In effetti, il 27 marzo successivo è stata approvata la legge regionale n. 7 che, al primo comma dell’articolo unico, prevede che entro il 31 dicembre 2013 la Regione, con propria legge, in attuazione dell’articolo 15 dello Statuto speciale, deve disciplinare l’istituzione dei liberi Consorzi comunali per l’esercizio delle funzioni di governo di area vasta, in sostituzione delle Province regionali.

Nei commi 3 e 4 è disciplinato il commissariamento delle Province inizialmente previsto fino al 31 dicembre 2013. Termine prorogato, una prima volta, con l’art. 13, primo comma, della l.r. n. 8/2014 ed ora fissato, in forza della l.r. n. 26/2014, al 7 aprile 2015.

I Commissari potranno, quindi, soffiare le due candeline.

La riforma dell’architettura istituzionale in Sicilia, dopo una partenza sprint, si è impantanata.

Mentre nel resto d’Italia si è proceduto alle elezioni di secondo livello per la nomina dei vertici politici delle Province (con poco apprezzabili accordi tra segreterie di partito), in Sicilia si discute ancora del tipo di riforma che si vuole attuare.

Intanto, per assicurare la normale funzionalità dei Liberi Consorzi dei Comuni, alias Province, l’Assemblea Regionale Siciliana ha dovuto approvare questa ennesima legge, nelle more dell’approvazione della legge istitutiva.

I Liberi Consorzi continueranno, pertanto, ad essere governate, fino all’insediamento dei loro organi (e di quelli delle Città metropolitane) da Commissari Straordinari.

Spirato inutilmente anche il termine del 31 ottobre 2014, i Liberi Consorzi si sono trovati decapitati.

Il Governo ha provveduto a nominare dei Commissari ad acta, senza definire, però, i provvedimenti sui quali ricevevano il mandato.

Adesso, l’Assemblea Regionale spiana la strada alla conferma dei vecchi Commissari straordinari (o, eventualmente, alla nomina di nuovi) che potranno reggere le sorti dei Liberi consorzi non oltre il termine inderogabile di cui al comma 145 dell’articolo 1 della legge 7 aprile 2014, n. 56 (dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge Delrio e, quindi, un anno dallo scorso 8 aprile).

I due anni di commissariamento costituiscono sicuramente un’anomalia nel sistema democratico italiano. Il vero problema è, però, legato a cosa succederà allo spirare del nuovo termine assegnato ai Commissari straordinari.

Un’eventuale nuova proroga dei commissariamenti sarebbe viziata da un palese vizio di costituzionalità.

A quel punto la strada obbligata potrebbe essere l’indizione delle elezioni per votare presidente e consiglieri.

La proroga dei Commissari straordinari non è l’unica novità contenuta nella l.r. n. 26/2014.

L’art. 2 detta le disposizioni in materia di nomina dei Commissari straordinari degli enti locali, stabilendo l’inconferibilità a soggetti titolari di altri incarichi conferiti dall’Amministrazione regionale.

Nella legge è stata inserita la “norma Ingroia”. L’ex magistrato, dopo la bocciatura della candidatura alle elezioni politiche, è stato nominato commissario liquidatore e amministratore unico della società Sicilia e-Servizi e commissario straordinario della Provincia di Trapani.

L’Autorità Nazionale sull’Anti Corruzione (Anac) ha ritenuto che le cariche siano fra loro “incompatibili” ed ha invitato il Presidente della Regione a contestare, senza ritardo, allo stesso Ingroia la causa d’incompatibilità.

Adesso è stata l’Assemblea Regionale Siciliana a prevedere, espressamente, che chi detiene altri incarichi conferiti dalla Regione (ad esclusione la titolarità di incarichi dirigenziali all’interno dell’Amministrazione regionale) non può essere Commissario straordinario in un Libero Consorzio.

Pubblicato da Luciano Catania il 4 dicembre 2014 alle 15:12

 

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