tratto da neopa.it - a cura di Luca Di Donna

Sempre più spesso i concorsi pubblici (specie quelli per la qualifica dirigenziale) impongono ai candidati di cimentarsi con prove situazionali, sia in modalità scritta che in modalità orale.

Ovviamente, l’utilizzo di questi strumenti, così come il “peso” da attribuire a ciascuna delle prove, è rimesso alla discrezionalità della Pa.

Tuttavia, ove la prova scritta del concorso contempli una serie di quesiti situazionali relativi a problematiche organizzative e gestionali, detti quesiti devo essere formulati in maniera chiara, non incompleta o ambigua, in modo da consentire l’univocità della risposta.

È quanto ha precisato il Consiglio di Stato nella recente sentenza n. 5840 del 2 luglio 2024.

Invero, precisano i Giudici, secondo un costante indirizzo giurisprudenziale, la commissione «non deve tendere “tranelli” e formulare domande ambigue e confondenti ai candidati, tali per cui questo debba scegliere tra le multiple risposte la “meno errata” o l’“approssimativamente più accettabile”,…..

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