Tratto da: Lavori Pubblici  

Il correttivo del Codice Appalti, approvato in Consiglio dei Ministri, eleva da 1 milione a 2 milioni di euro la soglia degli appalti, che dal 1° gennaio 2025 saranno soggetti a obbligo BIM. In base al correttivo, l’utilizzo del Building Information Modeling (BIM), viene modificato in due aspetti.

Il primo è, come detto, la soglia che fa scattare l’obbligo del BIM, in quanto la modifica afferma che il Bim, sarà obbligatorio per la progettazione e realizzazione di lavori di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti con stima parametrica del valore del progetto di importo superiore a 2 milioni di euro.

L’altro aspetto riguarda proprio il cambio di metodo per determinare tale soglia, che secondo il correttivo sarà la stima parametrica del valore del progetto, mentre nel Codice Appalti vigente è l’importo a base di gara.

Altra modifica: il BIM sarà obbligatorio da 5,5 milioni di euro per i beni culturali. A tal proposito il correttivo al Codice Appalti introduce una soglia specifica per gli interventi da realizzare sugli edifici classificati come beni culturali.

Da evidenziare che lo scorso luglio, l’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) aveva sottolineato che l’introduzione generalizzata dell’obbligo avrebbe costretto un grande numero di stazioni appaltanti a dotarsi di personale certificato.Anci ha inoltre sottolineato che le norme UNI sul BIM prevedono la necessità di ben quattro distinte figure (BIM Specialist, BIM Coordinator, BIM Manager e CDE Manager) che devono superare specifici esami presso enti accreditati per poter essere certificate. Dai dati Accredia, il numero di professionisti certificati è ancora molto basso rispetto al necessario.

Infine, secondo Anci, pochissimi professionisti lavorano presso le Pubbliche Amministrazioni, che sarebbero state quindi costrette a ricorrere ad incarichi esterni.

Torna in alto