Tratto da quifinanza.it un articolo di Claudio Garau , editor esperto in materie giuridiche

Una recente indagine Randstad indica che la richiesta delle soft skills, da parte delle aziende, è in sensibile crescita. A cosa servono e perché l’IA non potrà sostituirle

Se l’intelligenza artificiale rappresenta oggi una grande incognita per il futuro, e la ‘sopravvivenza’ di non poche professioni, non dobbiamo però dimenticare che esistono competenze e abilità non sostituibili dalla tecnologia. Un sondaggio recentemente effettuato da Randstad Research e Fondazione per la Sussidiarietà ha considerato un’amplissima varietà di offerte di lavoro ed è giunto alla conclusione per cui, nella generalità delle aree professionali, è oggi in crescita la domanda delle soft skills da parte delle aziende.

Con questa espressione anglosassone ci si riferisce alle competenze trasversali e innate, che non possono essere rimpiazzate da una fredda intelligenza artificiale e che – al pari delle competenze tecniche e professionali –  sono assai utili per la produttività e il successo aziendale.

Vediamo insieme alcuni interessanti numeri dell’indagine di Randstad e indichiamo altresì tre esempi pratici o casi aziendali, che spiegano nitidamente come l’IA – in futuro – non potrà sempre sostituire con efficacia il ‘capitale umano’.

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