Quando il formalismo si irrigidisce in ritualismo sterile, la burocrazia si trasforma in ostacolo e diventa spesso un alibi per evitare decisioni o responsabilità
Il termine burocrazia, nel suo significato originario, non rappresenta un male. Deriva dal francese bureau (“ufficio”) e dal greco kràtos (“potere”) e indica letteralmente il “potere dell’ufficio”, ovvero dei funzionari. Nato per razionalizzare i processi e garantire imparzialità e continuità, costituisce un presidio essenziale per il buon andamento dell’amministrazione, come previsto dall’art. 97 della Costituzione.
Tuttavia, quando il formalismo si irrigidisce in ritualismo sterile, la burocrazia si trasforma in ostacolo e diventa spesso un alibi per evitare decisioni o responsabilità. In tali casi, più che garanzia, diventa una patologia. Questa forma di burocrazia difensiva diventa una vera e propria “tecnica della paralisi “: si preferisce non decidere, non agire, non innovare, nel timore di incorrere in sanzioni, errori o critiche.
Va chiarito che questi comportamenti rappresentano una deviazione patologica, e non la norma nella pubblica amministrazione.