In seguito alla morte di Papa Francesco, numerosi osservatori e operatori del settore si sono posti l’obiettivo di ripercorrere gli insegnamenti e gli interventi che hanno segnato il suo pontificato. Tra i vari ambiti richiamati dal Pontefice, l’edilizia – intesa sia come costruzione di nuovi spazi che come restauro di edifici storici e religiosi – emerge come un’occasione privilegiata per riflettere sul rapporto tra professione, valori sociali e cura del creato. Per chi opera nel mondo delle costruzioni, conoscere a fondo il pensiero di Francesco sull’etica del cantiere, la sostenibilità ambientale, la sicurezza dei lavoratori e la bellezza partecipata significa non solo rendere omaggio alla sua visione, ma anche trarre spunti concreti per mettere in pratica una “architettura del bene comune”.
Papa Francesco ha più volte richiamato l’attenzione su come il settore delle costruzioni — dalla progettazione alla manutenzione, fino al restauro dei beni culturali ed ecclesiastici — debba rispondere non soltanto a criteri tecnici ed estetici, ma soprattutto ai valori di giustizia, sostenibilità e cura del “nostro comune abitare”. Approfondiamo insieme i punti chiave del suo pensiero.
5 pilastri del pensiero di Papa Francesco sull’edilizia
Nel corso del suo pontificato, Papa Francesco ha saputo offrire una visione dell’edilizia che va ben oltre la semplice realizzazione di opere materiali.
Ecco i cinque principi fondamentali che sintetizzano il suo pensiero e che ogni professionista del settore dovrebbe fare propri per affrontare le sfide attuali e future.
1. Metafora della costruzione: fondamenta salde
Nel discorso ai membri dell’ANCE (20 gennaio 2022), Francesco usa la parabola di Luca 6,46-49 per invitare gli operatori edili a non limitarsi alla forma esteriore («parlare senza fare») ma a «scavare molto profondo e porre le fondamenta sulla roccia». Così come un buon costruttore protegge la casa dalle «intemperie» e dai rischi futuri (iniziando a pensare al cambiamento climatico), anche il cristiano — e per analogia ogni professionista responsabile — deve unire coerenza operativa e lungimiranza nel proprio mestiere.
2. Etica, legalità e sicurezza
Sempre nell’udienza all’Associazione Nazionale Costruttori Edili, il Papa ha sottolineato che la vera ricchezza in un cantiere sono le persone. Vedere la sicurezza come un “costo” è un errore: ogni infortunio è una tragedia umana e un sintomo di ingiustizia. Etica e legalità non sono obblighi formali, ma tutela del patrimonio più alto, cioè la vita e la dignità dei lavoratori.
3. Responsabilità e sostenibilità ambientale
Papa Francesco richiama costantemente l’industria edilizia a evitare lo sfruttamento indiscriminato del territorio e a usare materiali che garantiscano sicurezza alle persone, ma anche rispetto degli ecosistemi. «Mai come in questo tempo sentiamo parlare di sostenibilità: chiama in causa la capacità di rigenerazione di ogni ecosistema». In linea con l’enciclica Laudato si’, “l’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale se non prestiamo attenzione a cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale”.
4. Qualità degli spazi e partecipazione
Il Pontefice sottolinea l’importanza di progettare non solo edifici “belli”, ma spazi che accrescano la qualità della vita e favoriscano relazioni solidali. «I progettisti di edifici, quartieri e città […] hanno bisogno del contributo degli abitanti del luogo» per garantire una pianificazione umanamente sostenibile e simbolicamente significativa.
5. Restauro e tutela del patrimonio culturale
Francesco considera la conservazione dei beni culturali ecclesiastici non un mero “onere”, ma un’opportunità per rinnovare il carisma e adattarlo al contesto attuale: «Fin dall’inizio del Pontificato … ho richiamato l’attenzione sulla gestione dei beni temporali ecclesiastici […] l’onere della conservazione può diventare un’opportunità per rinnovare, ripensare il proprio carisma e progettarlo per il futuro».
In tale prospettiva, ha riformato la Fabbrica di San Pietro, approvando nel giugno 2024 un nuovo statuto e regolamento per il restauro e il decoro della Basilica Vaticana, ribadendo che il patrimonio artistico è «testimone di fede» ed elemento di evangelizzazione.