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comunicato dell’Unione 

Lì 28.07.2014

COMUNICATO SULLA PROPOSTA DI ABOLIZIONE DEL SEGRETARIO COMUNALE E PROVINCIALE NEL DDL DELEGA DEL GOVERNO

La Segreteria Nazionale e il Coordinamento dei Territori, riunitisi a Roma il 23, hanno esaminato la bozza del disegno di legge delega, il cui contenuto si è poi confermato come esatto, ed in particolare la previsione ivi contenuta di abolizione della figura del Segretario Comunale e Provinciale.

La proposta è sconcertante sia per il modo in cui si arriva a tale previsione, sia nel merito.

Quanto ai modi, infatti, ricordiamo che nelle scorse settimane, dopo la lettera del Governo ai dipendenti pubblici nella quale al punto 13 era proposta l’abolizione della figura del segretario, era accaduto che: 1)centinaia di amministratori locali di comuni e provincie di ogni regione d’Italia e di ogni dimensione avevano chiesto al Governo di NON abolire il segretario ma piuttosto riformarlo, per renderlo una figura ancora più capace di svolgere una funzione di direzione complessiva e di garanzia per l’ente locale; 2) lo stesso Ministro Madia, in una lettera al Sole 24 Ore, aveva dichiarato pubblicamente che il Governo non aveva intenzione di abolire semplicemente la figura, ma di rivederla; 3) L’Anci aveva ufficialmente proposto a sua volta non l’abolizione ma la riforma della figura del segretario per dotare il sistema delle Autonomie di una dirigenza apicale moderna e in grado di assicurare la direzione complessiva degli enti; 4) nello stesso report pubblicato dal Ministro Madia sulla consultazione pubblica aperta con la lettera ai dipendenti si prendeva atto ufficialmente che l’abolizione del segretario aveva ricevuto una netta prevalenza di riscontri negativi, e che vi era stata una importante risposta anche degli enti direttamente interessati; 5) nell’Accordo Istituzionale “Italia Semplice”, sottoscritto il 5 giugno dal Governo con Anci, Upi e Conferenza delle Regioni, si prevedeva in materia la realizzazione di “un mercato organico della dirigenza articolato territorialmente che implichi anche un intervento sulla disciplina dei segretari comunali e provinciali“; 6) e infine nel Consiglio dei Ministri del 13 Giugno il Governo stesso emetteva un comunicato stampa sul disegno di legge delega, nel quale, in materia di dirigenza delle regioni e degli enti locali si leggeva: “coordinamento con il processo di riordino istituzionale avviato con la legge n. 7 aprile 2014, n. 56; previsione del dirigente apicale dell’ente e obbligo per i Comuni con meno di 5000 abitanti di gestire la funzione di direzione apicale in via associata; istituzione del ruolo unico, con accesso mediante concorso o corso–concorso; inserimento, in sede di prima applicazione, di coloro che sono iscritti all’Albo dei segretari comunali e provinciali.”

In questa nuova bozza, al contrario:

1.      Non esiste più una previsione organica di funzione di direzione apicale;

2.      Non esiste alcun ruolo specifico dei dirigenti apicali;

3.      Il segretario è abolito e relegato in una sezione a esaurimento.

Nel merito essa è sconcertante perché in tutti questi anni, di fatto fin dalla riforma del 1997, ciò che è stato al centro del dibattito era quali dovessero essere le competenze di una funzione di snodo e raccordo fra politica e gestione, in grado di assicurare l’effettività del principio generale di separazione fra appunto attività di indirizzo politico e attività gestionale al tempo stesso garantendo il raccordo fra tali due distinte fasi dall’azione amministrativa. Ma che tale funzione fosse utile, anzi indispensabile, nessuno lo aveva mai posto in dubbio. Anzi la convinzione che essa fosse preziosa e necessaria era tale da scatenare ampi dibattiti sulle modalità di reclutamento ed il rapporto con la politica della figura chiamata ad interpretarla, e su come superare il dualismo che le due figure di vertice previste dalla riforma Bassanini (Segretari e Direttori) avevano di fatto realizzato. E questi fossero i temi della discussione era ampiamente condiviso nell’intero sistema della Autonomie, sia nella componente politica che in quella accademica e professionale.

 

E così, mentre in questi anni faticosamente e non senza contraddizioni si è tentato di sviluppare proposte che consentissero di superare la dannosa contrapposizione fra esigenze di garanzia di legalità ed esigenze di efficienza dell’amministrazione locale, oggi tale proposta le cancella entrambe, lasciando gli enti locali privi tanto della funzione di coordinamento dell’intera struttura, quanto della funzione di garanzia di legalità.

L’Unione Nazionale dei Segretari Comunali e Provinciali non crede che tali temi possano ritenersi superati o non più rilevanti solo perché ignorati dalla proposta di legge del Governo. Non era errato il tema, è errata la proposta di legge del Governo!

Ci assale, anzi, il dubbio che tale disegno, che elimina tratti storici ed essenziali dell’attuale assetto istituzionale degli enti locali senza che vi sia un disegno organico su quale nuovo assetto si intende proporre, sia dettato dalla necessità, semplicemente, di NON affrontare il tema, perché non affrontandolo è più semplice e lineare proporre l’abolizione del Segretario.

Sulla base di tali considerazioni la Segreteria Nazionale e il Coordinamento dei Territori hanno convenuto che, lungi dal limitarsi a chiedere vie d’uscita per la categoria migliori di quelle (pessime, fra l’altro..) che il disegno di legge propone, occorra in ogni modo e con ogni mezzo e forza contrastare tale disegno, che è dannoso tanto per il sistema amministravo locale almeno quanto per i Segretari stessi, ed hanno anche convenuto che sebbene tale proposta venga dal Governo, e quindi da una delle massime Istituzioni del Paese, la sua reale ed intrinseca non rispondenza agli interessi del Paese e del sistema amministrativo locale rendono possibile contrastarlo efficacemente.

Poiché il disegno di legge verrà calendarizzato (cioè inserito nel calendario effettivo dei lavori Parlamentari) non prima che a settembre inoltrato, la Segreteria e il Coordinamento hanno quindi convenuto che, essendo assolutamente necessario che le azioni siano tempestive, cioè concomitanti con la effettiva discussione del ddl delega, occorre programmare non una sola iniziativa ma una serie di iniziative, che si svolgano su tutto il territorio nazionale, e per tutto il tempo, lungo e di là da venire, nel quale verrà discusso il ddl stesso in Parlamento, da settembre in avanti e per i successivi mesi.

L’Unione ha quindi deciso di convocare fin d’ora per il prossimo mese di settembre una grande serie di iniziative pubbliche, da svolgersi su tutto il territorio nazionale.

Tutte le Unioni Regionali indiranno il medesimo evento, in ciascuna regione, nel mese di settembre, al quale saranno invitati non solo tutti i segretari comunali e provinciali di quel territorio, ma tutte le migliori espressioni della politica, del mondo delle Autonomie, della cultura, della società civile, della dirigenza pubblica e del giornalismo presenti in quella regione.

In tali iniziative verrà proposta anche la sottoscrizione di un documento (un breve Manifesto), attorno al quale far convergere la condivisione degli invitati ed attorno al quale alimentare un ampio dibattito nazionale.

Questa vicenda non potrà infatti chiudersi positivamente se non grazie ad una ampia condivisione sui motivi di fondo per i quali è realmente dannoso per il sistema amministrativo pubblico la mera abolizione del Segretario, e sui contenuti di fondo di una proposta che invece risponda alle effettive esigenze degli enti locali.

Nei lunghi mesi che ci attendono l’Unione, da sola e insieme alle altre OO.SS., svolgerà ogni iniziativa, nessuna esclusa, campagne di comunicazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica comprese, e certamente anche lo sciopero, se necessario anche ad oltranza.

Ma non è attorno ad una difesa corporativa degli interessi dei Segretari, che in realtà non ci è mai appartenuta, che possiamo raccogliere la condivisione e l’effettivo sostegno delle Istituzioni e della Società nel respingere la proposta del Governo, ma solo attorno ad una idea di effettiva tutela degli interessi reali del Paese.

Attraverso una buona riforma dei Segretari si fa una buona riforma per gli Enti Locali.

La Segreteria Nazionale

 

 

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