tratto da luigifadda.it

Il presente contenuto si propone di analizzare in maniera approfondita la relazione tra contrattazione collettiva e commesse pubbliche, con l’obiettivo di offrire una panoramica completa del quadro giuridico e regolamentare vigente. 

L’analisi, in particolare, si concentrerà sulle disposizioni legislative chiave, sulle indicazioni fornite dall’Autorità Nazionale Anticorruzione e sull’interpretazione di tali norme da parte della giurisprudenza amministrativa, seguendo un percorso logico e partendo dall’analisi delle fonti legislative, passando all’esame della regolamentazione e della giurisprudenza, per poi affrontare aspetti specifici.

L’imprescindibile cornice normativa introdotta dal d.lgs. 36/2023 ha segnato un punto di svolta nella disciplina degli appalti pubblici, con particolare riguardo al trattamento economico e normativo del personale impiegato nell’esecuzione dei contratti.

Come si avrà modo di vedere, difatti, la disciplina relativa all’applicazione dei CCNL nei contratti pubblici, come delineata dal nuovo Codice e interpretata dalla giurisprudenza amministrativa, si caratterizza per un equilibrio dinamico tra la necessità di garantire la tutela dei diritti dei lavoratori e la salvaguardia della libertà di iniziativa economica e della concorrenza. Le stazioni appaltanti sono chiamate a un ruolo attivo e responsabile, non solo nell’indicazione del CCNL di riferimento, ma soprattutto nella verifica sostanziale dell’equivalenza delle tutele offerte dagli operatori economici, tenendo presente che la mera disparità retributiva non è di per sé ostativa all’equivalenza. 

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