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Così, proprio lì

di Marco Travaglio

da il Fatto Quotidiano del 1 luglio 2014


La parola chiave è l’avverbio “così”. Quando appare in un titolo col verbo “cambiare” coniugato al futuro, conviene indossare le mutande di ghisa, perché sta arrivando il cetriolo della fregatura. La new wave dei giornali di anticipare epocali riforme inesistenti o solo annunciate o appena appena pensate, per compiacere i governi (spesso all’insaputa dei medesimi), nacque ai tempi di Monti, dilagò sotto Letta jr. ed è esplosa con Renzi. 

Nell’Era Montiana le avanguardie dattilografe erano tutte un frisson per l’Eldorado prossimo venturo. Breve antologia dal Corriere. “Fornero: ‘Così cambierà il lavoro’” (18-12-2011). “Fisco, casa, pensioni: così si cambia” (23-12). “Catricalà: ‘Così può cambiare la Rai’” (10-1-2012). “Famiglie e professioni, la vita cambia così” (21-1). “Monti a Obama: ‘Cambiare il nostro stile di vita’” (10-2). “Così cambiano le professioni” (4-8). “Così cambiano i tribunali” (11-8). Poi non cambiò una mazza, né “così” né altrimenti, a parte una serie di rapine ai ceti meno abbienti e di regali alle banche. 

Nella mini-Era Lettiana i “così cambierà” annunciavano la presunta abolizione dell’Imu, che poi cambiò soltanto nome (Tasi) e importo (molto più caro: doveva valere 1,7 miliardi, costerà alle famiglie esattamente il doppio). Un giorno, a reti ed edicole unificate, apparve anche un altro titolo: “Così il Bonus Giovani creerà 100mila posti di lavoro”. Il miracolo doveva sbocciare dall’idea di tagliare i contributi delle aziende per i nuovi assunti nei primi 18 mesi di contratto. Risultato: solo 22 mila nuovi assunti e disoccupazione giovanile salita al 43%, mentre manca 1 miliardo per il rinnovo della cassintegrazione e, per ogni negozio che apre, due chiudono. Un’apoteosi. 

E lo sviluppo? E la crescita? Quante “fasi 2” abbiamo sentito annunciare? Monti prese il Pil a -0,6% e lo lasciò a -2,6. Ora, dopo Letta e Renzi, è a -0,5. Anche perché – calcola il Corriere – le ben 10 norme varate per lo sviluppo dal 2012 sono tutte prive dei decreti attuativi. 

E lo “choc sui consumi” per i mitici 80 euro? Sfugge ai radar e alle statistiche: consumi in calo, 10 miliardi buttati. Idem per tutti gli altri “così cambierà”. Ma le avanguardie dattilografe seguitano a martellare. Ieri il Corriere intitolava l’ennesima intervista a Delrio: “Così possiamo tagliare il debito. Fondo Ue con gli immobili dello Stato come garanzia”. Ne parlava già Nicolazzi 40 anni fa: mai visto nulla. Sempre ieri l’Unità titolava (più per le rassegne stampa che per le edicole, s’intende): “Così cambierà l’Europa”. È l’ultima supercazzola dopo una settimana di festeggiamenti per il trionfo di Renzi al vertice Ue. 

Doveva strappare il rinvio del pareggio di bilancio al 2016 (respinto: resta al 2015, quindi in autunno stangata da 12-15 miliardi) e gli aiuti per accogliere gli immigrati (negati: dobbiamo continuare a fare tutto noi). Però le ha cantate chiare alla Markel e – stando sempre ai “così” della stampa italiana, mentre quella estera non se n’è accorta – avrebbe spuntato un fondamentale cenno alla “flessibilità” nel documento finale del vertice. In realtà la flessibilità è citata solo per dire che nei trattati ce n’è già fin troppa. 

Ma non c’è tempo di pensarci, perché subito riparte la rumba dei “così cambierà”. Padoan vuole “abbassare le tasse”, mentre le aumenta di 5 miliardi. La Boschi annuncia la (dodicesima) “settimana decisiva” per la riforma del Senato. 

Renzi, che nelle slide doveva “cambiare verso all’Italia” entro luglio, lancia “il programma dei mille giorni” (tre anni). E sfodera un “piano da 240 miliardi per il semestre Ue”. La super-riforma della Giustizia, promessa per ieri, è solo una serie di “linee guida” sulla sabbia. Però chi chiede giustizia e vuole avviare una causa civile pagherà il 15% in più. Nessuna sanzione invece per chi ha evaso milioni all’estero: è pronto un rutilante scudo-condono che, non essendo firmato Tremonti, piace a tutti. Nell’attesa spasmodica dei prossimi “così cambierà”, c’è una sola certezza: così ce lo mettono in quel posto.

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