Tratto da: ANAC
“La paura della firma deriva soprattutto da mancanza di chiarezza normativa e da scarsità di mezzi e di personale qualificato da parte delle amministrazioni. Non è tanto il timore del giudizio della Corte dei conti che causa la burocrazia difensiva. Un intervento limitato alla responsabilità erariale, come fa la proposta di legge in discussione alla Camera, può eventualmente contribuire, ma non risolvere il problema”.
E’ quanto ha dichiarato il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Giuseppe Busìa, intervenuto il 24 settembre in audizione alle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera.
“Non va snaturato il ruolo della Corte dei conti. Da una parte, non va oltrepassata la soglia oltre la quale la Corte dei conti, chiamata al controllo in sede preventiva, finirebbe per ingerirsi eccessivamente nell’attività delle amministrazioni; così come occorre evitare di moltiplicare gli atti da controllare, rendendoli di fatto impraticabili in assenza di un incremento di organico e mezzi. Dall’altra, la responsabilità erariale non può perdere l’elemento risarcitorio che attualmente concorre a definirla: ove avesse contenuto meramente sanzionatorio, sulla base della giurisprudenza del Corte europea dei diritti dell’uomo, rischierebbe di rendere impraticabile il giudizio penale sugli stessi fatti per il principio del ne bis in idem. Significherebbe che, se un danno erariale è collegato alla corruzione, chiuso il giudizio della Corte dei conti non si potrebbe perseguire il reato”.
Il Presidente Busìa si è soffermato sulle azioni concrete che, invece, andrebbero poste in essere per contrastare la paura della firma. “Innanzitutto, assicurare una maggiore chiarezza degli enunciati normativi, evitando sovrapposizione e stratificazione delle disposizioni. Poi occorre potenziare le capacità amministrative, consentendo ai funzionari pubblici di agire nel massimo dell’efficienza e della consapevolezza, investendo su formazione e professionalizzazione del personale”.
Per quanto riguarda la limitazione della responsabilità amministrativa nelle ipotesi di colpa grave, secondo il Presidente di Anac “è necessario evitare che la somma di tutti gli strumenti introdotti per circoscrivere la responsabilità venga a configurare, sostanzialmente, una sorta di ‘scudo erariale’, che potrebbe comportare l’esclusione totale della responsabilità e, quindi, creare un vulnus alla sana gestione delle risorse pubbliche”.
“Appare ragionevole – ha spiegato – disciplinare meglio ed incentivare il potere di riduzione della Corte dei conti e anche fissare un tetto ai risarcimenti, ma nei limiti della ragionevolezza. Giusto incentivare il ricorso a polizze assicurative, con un intervento dell’amministrazione, ma lasciando i dettagli alla contrattazione collettiva e prevedendo in ogni caso una franchigia a carico del dipendente”.
“L’irresponsabilità – ha detto Giuseppe Busìa – è un danno che contrasta con i principi recentemente affermati dalla Corte costituzionale. Se è giusto evitare il costo dell’inazione, va evitato anche il costo della irresponsabilità. La soluzione alla paura della firma non può consistere in un abbassamento delle garanzie per l’Erario, che andrebbe ad accrescere eccessivamente il costo per la collettività. Giusto dunque intervenire, ma nei limiti dei canoni di ragionevolezza fissati dalla Corte costituzionale: senza rendere nei fatti inesistente la responsabilità o non esercitabili i controlli”.