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circolare del 21 marzo 2023  

OGGETTO: Piani di controllo per la sicurezza delle aree urbane adiacenti alle stazioni ferroviarie

Come è noto, d’intesa con le Amministrazioni locali di Roma, Milano e Napoli, è stata avviata nello scorso mese di gennaio la costruzione di una rete volta a favorire, attraverso lo scambio informativo e la condivisione di buone prassi, l’assunzione di iniziative comuni per una più efficiente governance dei fenomeni che incidono sul bene sicurezza urbana.

Nell’ottica di assicurare una immediata visibilità al progetto, funzionale ad accrescere la percezione di sicurezza della cittadinanza, il relativo piano d’azione ha innanzitutto previsto la realizzazione di servizi straordinari di controllo del territorio, cosiddetti ad “alto impatto”, con l’impiego di personale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, compreso quello delle rispettive Specialità, nonché della Polizia locale.

Tale modulo di intervento ha dapprima riguardato le tre principali stazioni ferroviarie dei citati capoluoghi, per essere successivamente esteso ad altri ambiti, interessati dal fenomeno della cd. malamovida e dallo spaccio di sostanze stupefacenti.

Si tratta di servizi che, pur partendo dal ruolo centrale svolto dalle Forze di polizia, hanno visto il concorso di dipendenti di enti diversi, quali ASL, Ispettorati del lavoro, Aziende municipalizzate, secondo un approccio integrato che ha permesso di affrontare le principali emergenze incidenti sulle cennate stazioni e sulle aree limitrofe, sottoponendo a controllo persone, esercizi pubblici, veicoli, procedendo al sequestro di stupefacenti, e accertando illeciti di vario tipo, anche in materia di lavoro e fiscale, nonché situazioni che hanno portato alla irrogazione di divieti di accesso alle aree urbane (Dacur).

I positivi risultati finora conseguiti confermano la bontà del sistema operativo prescelto, che, pertanto, è destinato a ripetersi in modo sistematico nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

Tanto premesso, i gravi episodi di violenza accaduti di recente, e che hanno riguardato in modo particolare le zone prossime alle infrastrutture ferroviarie, pongono l’esigenza di svolgere una ulteriore riflessione sulle misure di prevenzione da attuare, non solo in vista di un accrescimento della sicurezza reale ma pure di quella avvertita dalla comunità.

 È di tutta evidenza infatti che la domanda di sicurezza non dipende solo dal verificarsi di comportamenti criminali ma anche dal timore di essere vittima di aggressione o violenza, dalla rottura dei tradizionali codici di condotta civica, dal disagio e dalla paura dipendenti da fattori ambientali, come la scarsa manutenzione di spazi pubblici o un’illuminazione insufficiente.

Questa necessità di moltiplicare gli sforzi sul fronte della prevenzione si pone in modo particolare nelle aree esterne alle stazioni ferroviarie ma prossime alle stesse, caratterizzate da ampi e multiformi perimetri e complessi volumi di traffico, destinati, inevitabilmente, a produrre ricadute in termini di sicurezza sugli spazi contigui.

Tali considerazioni valgono a maggior ragione per quelle che sono le principali stazioni nazionali, vale a dire Roma Termini, con una media di circa 500.000 frequentatori al giorno, Milano Centrale, seconda stazione italiana per grandezza e volume di traffico, frequentata ogni giorno da circa 300.000 persone, e Napoli Centrale, nodo di interscambio che accoglie quotidianamente oltre 190.000 frequentatori.

Si tratta di numeri significativi, che aumentano la vulnerabilità dei luoghi ove queste infrastrutture insistono e che giustificano l’implementazione delle pertinenti misure di sorveglianza. Se quindi con le operazioni ad alto impatto si è già riusciti a conseguire in questi contesti accresciuti standard di prevenzione e repressione di alcune fra le più diffuse dinamiche delinquenziali, occorre ora attivare dispositivi che, integrando il più generale piano di controllo coordinato del territorio, consentano di mettere più stabilmente in sicurezza tali aree di maggiore ampiezza per restituirle alla piena fruibilità delle comunità di riferimento.

 In questo senso, le SS.LL. vorranno procedere, in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla esatta perimetrazione delle zone adiacenti alle stazioni esposte a rischio per le ragioni innanzi precisate. In relazione ai suddetti ambiti urbani dovranno, infatti, essere introdotte nuove e più incisive misure di prevenzione, che vadano a completare le previsioni di cui al ricordato piano, garantendo il potenziamento della presenza dello Stato e una risposta concreta al bisogno di protezione da paventati atti criminali.

 Il dispositivo deve produrre all’interno delle aree cui afferisce una presenza visibile e rafforzata delle Forze di polizia a competenza generale, secondo la consueta ripartizione d’impiego, in grado di ridurre al minimo la percezione di insicurezza dei cittadini. Si tratterà in buona sostanza di individuare e delimitare una significativa area cittadina – secondo criteri fondati sull’osservazione della ricorrenza dei fenomeni – al fine di applicarvi una specifica e dedicata pianificazione di controllo del territorio.

Per la realizzazione di siffatto obiettivo dovranno essere oculatamente gestite le risorse umane e strumentali disponibili, recuperando gli indispensabili rinforzi da quei servizi che, nel bilanciamento degli interessi in gioco, verranno considerati recessivi, senza sacrificare la prevenzione generale e il pronto intervento. In relazione al primario rilievo che si riconosce all’iniziativa, volta a consolidare la complessiva strategia di vigilanza nei luoghi indicati, le SS.LL., ove necessario, potranno svolgere ogni ritenuto approfondimento di tipo operativo con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza.

Nell’ambito di un disegno condiviso in materia di sicurezza urbana, in sede di Comitato potrà essere acquisita la disponibilità dei Sindaci a favorire un ulteriore coinvolgimento delle Polizie locali relativamente agli ambiti di competenza, soprattutto nei quadranti orari più sensibili anche al fine del raccordo con i servizi sociali delle proprie Amministrazioni. Al contempo, andrà valorizzato l’impegno della Guardia di Finanza sul fronte dell’azione di accertamento di tipo economico-finanziario nei confronti dei gestori di attività rientranti nel medesimo perimetro cittadino. Le indicazioni in argomento sono rivolte prioritariamente ai Prefetti di Roma, Milano e Napoli, tenuto conto della specificità, non solo demografica, dei rispettivi contesti territoriali.

 Tuttavia, avuto riguardo al fatto che analoghi modelli di intervento sono già stati positivamente sperimentati in altre realtà provinciali, ove l’evolversi della situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica faccia emergere pure altrove l’esigenza di ricorrere alle descritte procedure, i Prefetti delle altre sedi che leggono per conoscenza potranno assumere le conseguenti determinazioni.

Il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza valuterà l’opportunità di fornire al riguardo ogni utile indirizzo di natura tecnico-operativa. Ripongo il massimo affidamento sulla consueta, preziosa collaborazione delle SS.LL., delle Forze di polizia e delle Amministrazioni locali affinché siano poste in essere tutte le azioni indispensabili per la piena applicazione della presente direttiva, sugli esiti della quale dovrà essere aggiornato l’Ufficio di Gabinetto.

IL MINISTRO Piantedosi

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