04/11/2022 – Il Segretario viaggiatore… e la lunga strada che ci ha portato fin qui.

Ha fatto scalpore tra i segretari comunali l’articolo della Stampa del 31 ottobre dal titolo “Il segretario viaggiatore”,  il mister Wolf che si divide tra 25 paesi.

Senza dubbio la professione di segretario comunale ha subito radicali trasformazioni negli ultimi trent’anni, ma non convince affatto l’idea che il modello proposto da Enzo Carafa (il segretario dei 25 comuni ) possa essere il punto di approdo migliore per il Sistema delle Autonomie locali.

Da anni i piccoli comuni lamentano la carenza di Segretari Comunali, anche a causa dei tempi lunghissimi di espletamento delle procedure concorsuali, ( …ma anche di un sistema di nomina che spinge molto sulla mobilità tra le sedi, a danno di quelle meno appetibili ) … e dell’inciampo in una riforma che ne prevedeva l’abolizione.

Per la verità la progressione in carriera dei segretari era stata oggetto di una radicale riforma nel 1997, per effetto della Legge Bassanini (n.127/97) e del DPR 465/97[1]. Quest’ultimo aveva demandato alla contrattazione collettiva la definizione delle fasce professionali e ad essa vi aveva provveduto il CCNL del 16/5/2001, ma il sistema era poi rimasto congelato dal 2010 al 2020 per effetto del blocco della contrattazione collettiva nazionale. 

Da tempo era quindi necessaria una revisione delle fasce professionali che affrontasse il problema, e la sede naturale per attuarla avrebbe dovuto essere quella del contratto collettivo nazionale 2018/20; purtroppo la complessità del tema non si conciliava con i tempi assegnati per concludere la contrattazione e ciò indusse le parti a demandarne la trattazione ad una commissione paritetica (art.110 CCNL ), che avrebbe dovuto affrontare le diverse complessità della categoria in vista del successivo CCNL.

Purtroppo, nonostante le molteplici riunioni della commissione, e le pressoché unanimi richieste e proposte da parte tutte le sigle sindacali, gli esiti sono stati assolutamente deludenti ( qui il documento conclusivo mai condiviso dalle Organizzazioni sindacali).

È quindi intervenuto, in via unilaterale, il legislatore a cercare di risolvere i problemi dei comuni introducendo, a suon di decreti legge, deroghe ed eccezioni per facilitare l’ingresso in carriera dei vincitori di concorso.

Senza qui volersi soffermare sulle incongruenze e le contraddizioni del sistema derogatorio introdotto, il dato di fatto è comunque innegabile: sono state concluse le procedure concorsuali del c.d. Coa6 e sono stati iscritti all’albo 508 segretari, ma gli ingressi in carriera si contano con lanternino, soprattutto alle regioni del Nord in cui la carenza era e resta la più grave.

Le cause delle difficoltà dell’ingresso in carriera dei giovani colleghi sono in parte riconducibili ad una scellerata interpretazione del bando di concorso che consente ai vincitori di essere assunti anche in regioni diverse da quelle di assegnazione.

Occorre però segnalare che anche i vincitori di concorso assegnati alle regioni del Nord , e che al Nord vorrebbero lavorare,  stanno facendo molta fatica ad entrare in carriera,  sentendosi rispondere dai sindaci che non hanno risorse per pagare il segretario.

Del resto in Lombardia, in Piemonte o in Veneto ci sono comuni che sono retti a scavalco da oltre 10 anni e, se anche le risorse per lo stipendio del segretario sono storicamente ricomprese  nei trasferimenti erariali, oggi il meccanismo di computo di questi ormai fa si che se ne siano perse le tracce. Considerate le difficoltà finanziare in cui annegano ormai molti comuni, è inevitabile che si pensi di risparmiare sul segretario comunale, …che talvolta può anche essere figura scomoda, con quel fastidioso fardello dell’anticorruzione e quella antipatica fissazione di voler far rispettare le regole.

Eppure c’è qualche politico consapevole che l’occhio attento di un segretario può prevenire giudizi contabili e contenziosi e magari trovare soluzioni operative, senza ricorrere a consulenze e pareri legali.

Di recente il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la proposta di legge n. 9/2022 – primo firmatario e relatore per l’Aula la Consigliera Silvia Cestaro (Lega-LV), che propone la modifica del TUEL aggiungendo all’articolo 97 , sul Ruolo e funzioni del Segretario , il comma 6 bis, secondo cui: “Il contratto relativo al rapporto di lavoro di cui al comma 6, è stipulato al di fuori della dotazione organica ed i relativi oneri non concorrono a definire il limite di spesa del personale”. 

Si tratta senza dubbio di una proposta degna di nota, che ci si augura il nuovo governo vorrà esaminare e fare propria . 

Sarebbe un importante primo passo per recuperare il Sistema delle Autonomie dalla deriva in cui ormai da tempo è stato relegato. 

Partendo proprio dal segretario comunale e dalle funzioni che questo dirigente svolge  (vertice della macrostruttura locale ed al tempo stesso garante della conformità alla legge della attività amministrativa , con funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo,  e figura di raccordo tra lo Stato e le Istituzioni Locali, tra l’apparato politico locale e la struttura organizzativa) , una sigla sindacale dei segretari ( FEDIR qui la nota) ha proposto di puntare proprio su questa figura affinché possa fungere da impulso e raccordo con il territorio, anche al fine di favorire l’associazionismo dei servizi locali e l’aggregazione degli uffici, nel rispetto dell’autonomia locale.

A fronte dell’evidente fallimento di tutte le riforme volte a favorite l’associazionismo,  e per salvare i piccoli comuni che pure hanno dimostrato durante l’emergenza covid di essere più che importanti, sarebbe utile pensare alla funzione segretariale come funzione fondamentale, e introdurla all’interno dei cosiddetti fabbisogni standard di spesa. In tal modo sarà evidente che la spesa è comunque sostenuta dallo Stato, ma attraverso un sistema di trasferimenti adeguati e dimensionati in base al numero degli abitanti, individuando magari dei limiti dimensionali entro cui queste funzioni possano essere adeguatamente svolte. 

“Puntare sulla figura del segretario comunale per aiutare gli enti locali più piccoli a rafforzarsi ed evolvere verso un modello analogo a quello francese, può essere la strada giusta per uscire dall’impasse che oggi vede i piccoli comuni sempre più abbandonati a se stessi.”

I Segretari sanno bene che non sempre le soluzioni più lineari trovano terreno fertile , ma del resto non possono esimersi dal proporle , neanche quando vestono i panni dei sindacalisti.


[1] “Per premiare il merito”, direbbe qualcuno oggi, ma il Ministro era di centro-sinistra….

Print Friendly, PDF & Email
Torna in alto