09/05/2022 – Mafia, Antimafia ‘boccia’ Comuni sciolti: “Inaccettabile mancanza trasparenza e prevenzione corruzione’

Comuni sciolti per mafia ‘bocciati’ sulla trasparenza e la prevenzione della corruzione. Dalle criticità legate al ruolo di ‘Responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza’ agli inadempimenti sul ‘Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza’, dalle carenze rispetto agli adempimenti previsti per le sezioni ‘Amministrazione trasparente’ del sito web dei comuni commissariati a quelle sulla ‘Relazione annuale sulle misure anticorruzione’, emerge un quadro con molte ombre dalla “Relazione sulla prevenzione della corruzione e sulla trasparenza nei Comuni sciolti per mafia”, approvata all’unanimità dalla Commissione parlamentare Antimafia, relatore il presidente Nicola Morra.

L’analisi ha preso in esame i dati riguardanti la trasparenza e la prevenzione della corruzione nei Comuni italiani che nell’anno 2020 (o in una parte di esso) sono stati retti da una Commissione straordinaria dopo uno scioglimento. Nel corso dell’anno in questione, sono stati 53 i Comuni affidati a una gestione commissariale: ai 42 che si trovavano in tale condizione al primo gennaio (17 dei quali sono poi tornati al voto a settembre 2020), se ne sono aggiunti 11 nei confronti dei quali lo scioglimento è stato disposto durante il medesimo anno solare.

“L’approfondimento compiuto – si legge nella relazione della Commissione parlamentare Antimafia – ha evidenziato innanzitutto che le molteplici previsioni normative e le misure apprestate dall’ordinamento per prevenire i fenomeni corruttivi, e prime fra queste quelle volte ad assicurare la trasparenza dell’azione amministrativa, sono ampiamente trascurate se non addirittura obliterate, non soltanto prima dello scioglimento ma anche successivamente nel corso del periodo di gestione straordinaria”. Di fronte al nuovo atteggiamento della criminalità organizzata che agisce attraverso una “sistematica infiltrazione degli apparati pubblici” e davanti all’importanza della “prevenzione della corruzione per contrastarne l’infiltrazione nella pubblica amministrazione”, secondo la Commissione parlamentare Antimafia “la mancanza di attenzione alla trasparenza e alla prevenzione dei fenomeni corruttivi non è accettabile in quelle realtà amministrative la cui pregressa attività è stata inquinata e condizionata e che si cerca di ricondurre alla legalità attraverso l’azione delle gestioni commissariali”.

E’ quindi in primo luogo “necessaria una pronta adesione da parte dei comuni” sciolti “all’Anagrafe nazionale della popolazione residente. Essa costituisce un importante presidio di legalità – osserva la Commissione parlamentare – anche per le consultazioni elettorali, in quanto garantisce la corretta gestione delle liste a fronte di possibili manipolazioni nell’interesse della criminalità organizzata. Le indagini amministrative prodromiche allo scioglimento dei comuni (così come le indagini giudiziarie) hanno spesso evidenziato condotte di inquinamento proprio in tale delicato momento della vita democratica degli enti locali”. 

 

Secondo la Commissione va considerata anche “l’essenzialità del ruolo del Responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza” e andrebbero poste le “condizioni affinché possa effettivamente svolgere le funzioni che le norme gli affidano”. Occorre poi, guardando al ‘futuro’ dell’ente e, più in generale, in un’ottica lungimirante di prevenzione delle infiltrazioni criminali, ripensare alle norme che presidiano la figura del “Segretario comunale al quale, di norma, viene assegnato anche il ruolo di Responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza”. Un ruolo chiave per il quale, secondo la Commissione, vanno previste “risorse economiche, di personale e strumentali (e tra queste un’opportuna informatizzazione)”, oltre che una “adeguata formazione professionale”.

“Ancor più, nei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, sarebbe auspicabile che le commissioni straordinarie operassero una accurata attività di vigilanza e di impulso rispetto all’operato del Responsabile per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, sostituendolo o avocandone le funzioni in caso di inadeguatezza”, sottolinea la Commissione che ha osservato “ritardi” nella messa a punto del ‘Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza’.

La sezione ‘Amministrazione trasparente’ del sito web dei comuni commissariati presenta contenuti carenti e non conformi alle previsioni normative sotto molteplici profili e aspetti, così impedendo quel controllo diffuso dell’operato delle amministrazioni che la normativa sulla ‘trasparenza’ vuole garantire”, sottolinea inoltre la Commissione Antimafia che ritiene invece “essenziale anche garantire la completezza della pubblicazione dei dati riguardanti le procedure di evidenza pubblica e di scelta dei soggetti cui affidare la fornitura di beni o servizi o la realizzazione delle opere pubbliche e del contenuto dei contratti stipulati”. 

Per superare queste problematiche, la Commissione Antimafia considera una “soluzione adeguata” quella proposta dal “presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione di costituire un portale unico per la gestione della sezione ‘Amministrazione trasparente’: potrebbe in tal modo conseguirsi il significativo vantaggio di affrancare i comuni dall’onere finanziario di affidarsi a società esterne per la progettazione, realizzazione e gestione della trasparenza sul sito internet, nonché l’importante risultato del controllo centralizzato dei contenuti pubblicati e di una formazioni unitaria del personale addetto all’inserimento dei dati”. “Inoltre, la realizzazione di un portale unico garantirebbe al cittadino un’interfaccia comune facilitando l’accesso alle informazioni e la loro fruizione”,

continua.

 

 

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