Print Friendly, PDF & Email

Sull’affidamento in concessione degli impianti sportivi comunali, il Comune di Como non ha svolto un’accurata istruttoria per quantificare i costi di gestione dell’opera e i ricavi. L’inidoneità del piano economico finanziario del Comune sta causando problemi rilevanti per la gestione della piscina di via del Doss e degli spazi annessi finalizzati all’attività di disabili e invalidi. Il 31 luglio scade la concessione alla Cooperativa Colisseum, che gestisce gli impianti sportivi dal 1995 con affidamento diretto, e dal 1 agosto c’è il rischio di chiusura. Per questo la Cooperativa si è rivolta ad Anac, avendo da più tempo richiesto l’apertura di una selezione per l’affidamento.

L’Autorità Anticorruzione, nel ribadire gli errori compiuti dal Comune, ha individuato e fatto presente, però, una possibile via di uscita. Il riavvio della procedura, a partire da una nuova stima di costi e ricavi, consentirebbe ai concorrenti di formulare offerte consapevoli e all’amministrazione concedente di potere contare su una gestione dell’impianto in grado di soddisfare le esigenze dell’utenza. In sostanza, la gara si potrebbe riproporre, se l’amministrazione comunale rivede i piani.

Nella delibera N.293 del 21 giugno 2022 Anac ha sottolineato che il Piano economico finanziario (Pef) posto a base di una gara deve indicare con esattezza le prestazioni a carico del concessionario, e quantificare i costi di gestione e di investimento e la stima dei ricavi in modo da consentire agli operatori economici interessati di presentare offerte consapevoli. Per questo Anac ha ritenuto “inidoneo” il Piano predisposto dal Comune di Como a base della gara europea a procedura aperta per l’affidamento in concessione degli impianti sportivi comunali di via del Doss (palestra e piscina annessi ai centri diurni disabili).

I fatti

L’istruttoria dell’Anac è partita dall’istanza presentata dalla Cooperativa Sociale Colisseum, interessata a partecipare alla gara dopo aver gestito la struttura per anni. Secondo la cooperativa il comune di Como avrebbe forzato l’equilibrio del Piano economico finanziario attraverso la sottostima delle voci di costo e la sovrastima dei flussi attivi di gestione, prevedendo introiti di fatto irrealizzabili perché incompatibili con le capacità oggettive della struttura in affidamento. 

La posizione di Anac

Anac ritiene che alcuni dei rilievi mossi dalla Cooperativa all’attendibilità del Pef elaborato dall’amministrazione appaiano fondati. Ad esempio, la sovrastima dei potenziali ricavi della concessione: il Comune di Como ha valutato le entrate derivanti dai campus estivi quasi il triplo (73.000 euro) rispetto a quanto effettivamente ricavato dall’attuale gestore nei due anni in cui il servizio è stato svolto (26.232 e 23.131 euro). Non solo. Il Comune non ha considerato che l’indisponibilità, a partire da quest’anno, degli unici locali al coperto idonei ad ospitare il centro estivo potrebbe incidere sulla qualità della proposta e dunque attirare meno utenti. Per ciò che riguarda gli oneri a carico del concessionario, il comune non ha contabilizzato i costi relativi alla gestione del servizio di primo soccorso e all’approntamento del locale dedicato, e ai costi del collaudo, della cantierizzazione e gli oneri di smaltimento e discarica. Inoltre, nel Pef non possono essere omessi gli interventi necessari per la messa a norma di impianti e strutture e la stima dei relativi costi. 

Conclusioni

Secondo Anac, dunque, è mancata da parte dell’amministrazione concedente una accurata istruttoria per quantificare i costi di gestione dell’opera e i ricavi. Il riavvio della procedura, a partire da una nuova stima di costi e ricavi, consentirebbe ai concorrenti di formulare offerte consapevoli e all’amministrazione concedente di potere contare su una gestione dell’impianto in grado di soddisfare le esigenze dell’utenza. 

Torna in alto