05/12/2022 – Spesa del Segretario comunale: una possibile soluzione strutturale

E’ notizia dei giorni scorsi che i piccoli Comuni con popolazione fino a 5mila abitanti potranno, a partire dal 2023 e fino al completamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel 2026, potranno usufruire di un aiuto per sostenere la spesa del Segretario comunale.

Nel dettaglio, il testo della Legge di Bilancio per il 2023 trasmesso alla Camera dei Deputati dopo la bollinatura della Ragioneria generale dello Stato prevede la possibilità di destinare le risorse del Fondo assunzioni Pnrr (d.l. n. 152 del 2021) da 30 milioni di euro annui fino al 2026 ( già destinato ai Comuni attuatori di progetti del Piano con popolazione fino a 5mila abitanti, per assunzioni a tempo determinato di personale non dirigenziale) anche al fine di sostenere gli oneri derivanti dal trattamento economico dei Segretari comunali. 

Un aiuto che si pone, senza dubbio, nella direzione giusta, ma è inevitabile domandarsi se la misura proposta dal Governo riuscirà davvero a risolvere le problematiche esistenti, che di fatto impediscono a molti Enti di potersi permettere la presenza di un Segretario comunale titolare. 

I dubbi sono legittimi, soprattutto se si considera che il “budget” annuale disponibile, pari a 30 milioni di euro, è quello che i Comuni, attuatori di interventi P.N.N.R., hanno tanto atteso per le assunzioni di tecnici. Ecco che si pongono, allora, diversi interrogativi:

  1. Le somme sono davvero sufficienti per una platea così vasta di Comuni ( gli Enti sotto i 5.000 abitanti sono il 70% del totale, vale a dire oltre 5.300)?
  2. I primi cittadini beneficiari del contributo utilizzeranno le ridotte risorse disponibili per rafforzare gli uffici tecnici o per pagare gli oneri stipendiali del Segretario comunale? 
  3. Quanti, allora, dei trenta milioni di euro disponibili verranno concretamente utilizzati per i Segretari comunali e quanti per altre assunzioni di personale non dirigenziale?

Pur dovendosi esprimere apprezzamento per la proposta, viene da chiedersi se non sia il caso che il Governo prenda atto una volta per tutte della problematica della spesa del Segretario comunale, che è figura centrale ed insostituibile ai sensi dell’art. 97 del Testo Unico degli Enti Locali, con interventi normativi strutturali, “non a scadenza” e idonei sotto il profilo tecnico ed economico a dare realmente una mano alle municipalità.

Una soluzione congrua al ruolo del Segretario comunale di dipendente del Ministero dell’Interno, posto al Servizio del Comune da cui dipende funzionalmente, potrebbe essere quella di attribuire a ciascun Comune una quota aggiuntiva di risorse ( progressivamente più elevata per gli Enti di minori dimensioni ) all’interno del Fondo di Solidarietà Comunale, con destinazione vincolata: un trasferimento da rendicontare al termine dell’esercizio, da riconoscere unicamente agli Enti che nel corso dell’anno abbiano sostenuto oneri economici per Segretari comunali titolari di sede singola o convenzionata e da decurtare (in quanto spesa eterofinanziata) dal tetto di spesa del personale

In caso di mancato o parziale utilizzo delle risorse attribuite nel F.S.C. il contributo andrebbe restituito allo Stato. 

La soluzione, simile a quella che adottata per altre quote con destinazione vincolata del Fondo di Solidarietà Comunale per il potenziamento di funzioni essenziali (vedasi la componente D6 per le assunzioni di assistenti sociali), disincentiverebbe il ricorso a reggenze a scavalco (oggi convenienti economicamente per molti Comuni) e l’impiego di Vicesegretari comunali. 

A rendere opportuna e necessaria una misura del genere, certamente non priva di oneri per lo Stato, da un lato la centralità del Segretario comunale nel mondo delle autonomie locali, resa ancora più evidente dalle nuove sfide del P.N.N.R., dall’altro la constatazione incontestabile che il Segretario svolge funzioni essenziali, delle quali i Comuni non possono fare a meno, irrinunciabili, trattandosi di figura obbligatoria per legge. 

Non è forse doveroso, allora, che il Governo aiuti i Comuni a garantire l’esercizio di tali funzioni trasferendo agli stessi un congruo contributo per il sostentamento dei relativi oneri? 

 

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