22/11/2018 – Corruzione, sindaci a rischio – Impunito il corruttore che denuncia. Anche senza prove

Bagarre alla Camera sul ddl Bonafede. Le opposizioni: si rischia la paralisi dei comuni 

Corruzione, sindaci a rischio

Impunito il corruttore che denuncia. Anche senza prove

di Francesco Cerisano

“«Basta la parola». Lo slogan di una nota pubblicità di qualche anno fa ben rappresenta il pericolo in cui potrebbero incorrere i sindaci se il governo non accetterà di modificare il ddl anticorruzione in discussione alla Camera. I primi cittadini potrebbero infatti essere chiamati a rispondere di corruzione solo sulla base di una denuncia da parte del presunto corruttore, il quale peraltro grazie alla denuncia si assicurerà l’impunità, indipendentemente dalla prova che via stata effettiva dazione di denaro o altra utilità. È questo l’effetto paradossale della causa di non punibilità che il ddl Bonafede introduce nel codice penale (art.323-ter) per i reati contro la pubblica amministrazione. Una clausola che ieri ha provocato una vera e propria levata di scudi da parte delle opposizioni che hanno ricordato alla maggioranza gialloverde che sostiene il governo (e in primis alla Lega che vanta in parlamento e sul territorio molti amministratori locali) le conseguenze «abnormi» che una norma del genere produrrebbe sull’attività amministrativa se venisse approvata.”

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