09/03/2017 – Tra incarichi dirigenziali e posizioni organizzative – Le agenzie fiscali continuano ad aggirare la Costituzione

Tra incarichi dirigenziali e posizioni organizzative

Le agenzie fiscali continuano ad aggirare la Costituzione

di Salvatore Sfrecola

 

L’accusa è pesante, gravissima. E proviene dalla Corte costituzionale. Le agenzie fiscali  (delle entrate, delle dogane e del territorio) hanno aggirato la “regola del concorso pubblico”, secondo la quale “agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso”, come sta scritto nell’ultimo comma dell’art. 97 della Costituzione, di seguito ad altri principi, quali il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. Insomma le regole della legalità. E tanto per non perdere l’abitudine le medesime Agenzie fiscali continuano ad aggirare la Costituzione e le leggi. Infatti, mentre con il decreto “Milleproroghe” hanno ottenuto che le procedure concorsuali per l’acquisizione dei dirigenti slittassero al 31 dicembre 2017, nel frattempo attribuiscono “posizioni organizzative speciali ed a tempo” riproducendo “le medesime metodologie fin qui praticate nonostante la bocciatura del giudice delle leggi”, come si legge in un comunicato della DIRSTAT, la Federazione fra le associazioni ed i sindacati nazionali dei dirigenti, a firma del Vice segretario generale, Pietro Paolo Boiano.

Le agenzie avrebbero dovuto, invece, nelle more delle procedure concorsuali, procedere all’affidamento delle reggenze, come aveva indicato la Corte costituzionale nella sentenza n. 37 del 17 marzo 2015, quella che denuncia, appunto, l’“aggiramento”, sancendo l’illegittimità delle disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie che avevano consentito il conferimento di incarichi dirigenziali che, secondo la giurisprudenza della Consulta, deve avvenire in ogni caso “previo esperimento di un pubblico concorso” concorso “necessario anche nei casi di nuovo inquadramento di dipendenti già in servizio”.

Perché la Corte parla di aggiramento? Perché le agenzie, avendo proceduto alla copertura provvisoria di vacanze nelle posizioni dirigenziali mediante la stipula di contratti individuali di lavoro a termine con propri funzionari, con l’attribuzione dello stesso trattamento economico dei dirigenti, “fino all’attuazione delle procedure di accesso alla dirigenza” e comunque fino ad un termine finale predeterminato, lo ha di volta in volta prorogato a partire dal 2006. “Le reiterate delibere di proroga del termine finale – si legge nella sentenza – hanno di fatto consentito, negli anni, di utilizzare uno strumento pensato per situazioni peculiari quale metodo ordinario per la copertura di posti dirigenziali vacanti”.

Ma il Governo fa orecchie da mercante e le agenzie, bocciati gli incarichi dirigenziali, ricorrono alle “posizioni speciali a tempo” di cui si è detto, per guadagnare mesi e forse anni e creare situazioni di fatto nella speranza o nell’aspettativa di qualche sanatoria, cioè di un nuovo aggiramento della Costituzione e delle leggi, nonostante la delusione del personale più elevato in grado, impegnato a combattere l’evasione fiscale, che pure ha vinto su tutti i fronti nei giudizi amministrativi e di costituzionalità. Continua, dunque, la protesta e continuerà il contenzioso dinanzi ai tribunali amministrativi regionali ed al Consiglio di Stato di fronte all’improntitudine dei governi.

(Pubblicato da La verità del 5 marzo 2017)

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